In questo primo lavoro dei torinesi Cabaret Sauvage non ci sono acrobazie, né vocali nè strumentali, ma un approdo calibrato verso un mondo sonoro di cui si rintracciano costantemente i punti cardinali. Sei schegge acustiche capaci di intessere gradevoli atmosfere intimiste, che ti sussurrano di vissuti sulla luna, lasciandoti una sensazione di piacevolezza che non imprime però segni indelebili e non ti fa alzare dalla sedia per il guizzo creativo. Un uso delle voci omogeneo e pulito si amalgama bene ai contrappunti chitarristici, che non brillano di virtuosismo e rimangono purtroppo ancorati a una linea narrativa monocorde, che fatica a spiccare il volo. Questo demo, scaricabile gratuitamente su Jamendo e registrato in Creative Commons, oscilla tra inesperienza, timidezza e poca intensità. Elementi non trascurabili questi, che rischiano di fare del debutto della band piemontese un’ennesima rivisitazione di quel filone pop britannico che agli inizi degli anni ’90 (gli echi dei fratelli Gallagher sono evidenti in diverse tracce) faceva delle ballate lente e dalla struttura compositiva elementare uno dei caratteri distintivi. “Studio” è un bozzetto crepuscolare che ha bisogno di essere sviluppato e necessita di audacia e salti nel vuoto per non rimanere uno schizzo monocromatico. Interessanti le incursioni nel folk alla Buffalo Springfield, che potrebbero segnare in futuro la direzione musicale di questa ancora embrionale formazione.
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La recensione Studio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-02-04 00:00:00
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