Xerox Music è un progetto di recupero della scena palermitana attraverso una collana che riporta in vita vecchi nastri dimenticati. Un tentativo di riposizionarne nella scena contemporanea la dignità di band cittadine mai prodotte e passate sotto silenzio. L'approccio è totalmente DIY con quel sapore da fanzine fotocopiata in bianco e nero, distribuita con i vinili delle gloriose distro casalinghe. Il secondo capitolo di questa lodevole operazione è dedicato a Un Giorno Disperato, band attiva tra metà e fine anni novanta, dalla cui cantina sono state salvate e tirate a lucido alcune polverose bobine di dieci anni fa che avrebbero dovuto confluire in "L'ultima spiaggia", disco mai uscito. Ecco allora tornare in vita questi demotape inumiditi e deformati dal tempo, con quel magnifico suono "vecchio" che avevano le autoproduzioni elettriche senza segnali digitali. La diversità con le produzioni odierne si sente in ogni dettaglio: presa diretta, suoni porosi e sfibrati, dinamiche scorbutiche, nervosismo chitarristico da concerto, fruscìo come strumento aggiunto, voglia di comunicare oltre. E poi quell'attitudine di chi non sente il vento della moda ed improvvisa l'espressività attorno ad un immaginario decadente. La purezza emotiva degli anni novanta, dilaniata da una poetica urbana violenta e surreale, che forse non stupisce, ma quando esplode lascia piccole lacerazioni. Quattordici canzoni suonate quasi con il sangue acido del punk, ma stilisticamente rivolte alle ballate aliene dei Sonic Youth ed ai singhiozzi melodici dei primi Blonde Redhead, tra frastuono rock ed ossessive figure melodiche. Difficile contestualizzare questo lavoro nel panorama attuale, ma in queste vecchie canzoni che nessuno ha capito e voluto, c'era qualcosa che meritava la luce.
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