Lo scambio non dev’essere una perdita. Nemmeno oggi che fluttuiamo come stupidi pesciolini in uno smercio anti-sociale alla ricerca del miracoloso, che nell'80% dei casi si trasforma in un disperato pentimento e nel 19% in uno spiantato fallimento. Quell’1% che rimane è Tutto. E’ quello che ad esempio costrinse il Faust di Goethe ad alienarsi l’anima in nome del progresso umano. Ma a livello di sviluppo di un nuovo suono italiano non si progredisce facilmente. Prendi i Linea 77: band potentissima, con alle spalle un passato di eterna condanna al casino più spietato e sintonia umano-letteraria da migliaia di fans, assoluto sinonimo di unicità e semi-irripetibilità. Ma questo al quinto disco non basta. Quindi non basta adesso. Perché la musica non deve bastarci. Cioè quello che voglio dirvi subito è che a progetti come "Horror Vacui" in Italia forse mai nessuno si è avvicinato minimamente, ma all’estero, e soprattutto in una certa fascia ad-ovest degli States moltissimi. Per cui siamo ad una fase transiente che vede i Linea in ottima forma in quanto a purezza d’intenti e osservazione spiazzante, ma il loro dramma evolutivo, come nella Tragica Storia del Dottor Faust di Marlowe, resta per ora incompiuto. Cioè da ultimare. E dai Linea un completamento ed un’intensità anomica puoi aspettarteli. Se no chi cazzo la cambia questa Nuova Musica Italiana. O siamo veramente già morti? "H.V." suona come sognerebbe con la bavetta sul cuscino J.Ax, ma non ha la genialità dialogica dell’ex rapper traviato. "Overload" non è altro che un pezzo dei primi Linkin Park. E poi quell’altra è come i Madball, o i Deftones oppure i Bullet for my Valentine e via così. Giusto per rimarcare che l’estetica hard-pop di "Horror Vacui" - non molto diverso da "Available For Propaganda" – è immensa e dominante. Del resto è sempre un disco dei Linea. Qualcuno qui ha mai avuto dubbi sulla potenza dei Linea 77? La Nuova Musica Italiana, introdotta da un Inno di Mameli roco come l’esofago quando ti svegli che la sera prima ti sei fumato il Vesuvio, è nelle strofe il viaggio dialettico di quello che di buono ricordi dei Bluvertigo, se non fossero rincoglioniti del tutto. Pezzi come quello con Tiziano Ferro passano quasi inosservati, in questo caso perché si sfrutta pochissimo il potenziale benningtoniano dell’artista finto-r’n’b. "Horror Vacui" è un’apposizione intollerante che sintetizza vari step di musica relativamente non-nuova, suonati in 11 pezzi che si succedono con un medio piacere. Poi che dal vivo ci sia gente che implorerebbe con le ginocchia sanguinanti sulle borchie di non smettere sottolinea figurativamente che: come i Linea 77 in Italia non c’è nessuno. Però non siamo mica qui a ripeterci le solite quattro cose attorno alla storia di un gruppo duro e intoccabile. Non è il momento di saziare il gusto per il collezionismo inalterabile, ma per pensare in-avanti come Faust. Non è perduto il carisma di Emo e Nitto, ne la pateticità delle urla lancinanti, dei quasi-rap alla Rage, degli attacchi violenti di Chinaski e della mostruosità che arriva guardando la città dall’alto. E’ un disco con un’energica poeticità elusiva che allo stesso tempo ripugna il broncio lagnoso degli arrivismi alla Moda. In generale "Horror Vacui" sembra leggermente arrabbiato con l’Italia. E’ il disco dei Linea con più pezzi in italiano, ma allo stesso tempo il più stranierizzato. E pensare ad un gruppo portabandiera in territorio straniero di qualcosa di assolutamente ‘nostro’ con i Linea si potrebbe. Ma ci si aspetta il triplo del casino mai-fatto. Senza liquidare entusiasmo e vitalità ovviamente, che lo san tutti che Faust morì per aver mollato l’anima al diavolo. Per cui se non scrivo esageratamente bene dei Linea 77 è perché ho paura che i Mostri italiani si annullino del tutto per aver venduto l’anima all’estero. Capite l’orrore di un eventuale futuro vacuo?
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