Tre anni dopo "Re Noir" i friuliani FLK tornano con un nuovo lavoro dal titolo con doppio significato: in inglese sun è ovviamente sole, ma in friuliano significa sogno. L'area musicale è senz'altro l'etnica, per il dialetto utilizzato, per i suoni fortemente evocativi e le atmosfere rarefatte. Ma soprattutto per l'approccio alla musica: "Sun" è, infatti, un viaggio tra Udine, Lisbona e Buones Aires. Questo viaggio si "riempie" di tanti sentimenti e li trasforma in musica: c'è la malinconia, la riflessione, il dramma, nelle storie raccontate. Molti i brani belli, almeno sei su dodici meritano un'attenzione particolare: c'è un omaggio al gigante della boxe Primo Carnera, c'è il ricordo di Zorro in "Ehi! Garcia", ma su tutte spicca "Sieth", una ballata splendida grazie anche agli archi utilizzati. Gli FLK, fieri della loro lingua (nel libretto del cd c'è la traduzione a fronte), continuano nel loro percorso umano prima che artistico: narrano di terre lontane, di frontiere, di sogni da realizzare. Lo fanno con la gran voce di Cristina Mauro, con le chitarre di Stefano Montello, con la fisarmonica di Alessandro Montello, con il basso di Flavio Zanier, con le percusssioni di U.T. Ghandi e di Loris Luise. "Abbiamo scoperto che Ronchis fa parte di Buenos Aires, che Udine è imparentata con San Paulo, che Lignago assomiglia un po' a Vitoria. Per sconfinare basta fare un passo, togliendosi i vincoli del cuore. Questo lavoro è dedicato a tutti i friuliani e alla gente che ha dovuto andare". Così gli FLK scrivono alla fine del cd e va certamente colto questo messaggio che la musica etnica ci sta inviando negli ultimi anni.
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La recensione Sun di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-08-26 00:00:00
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