“In attesa del cielo” riporta una etichetta che recita: “Il nuovo album della band rivelazione dell’indie rock”… Un frase che mi lascia alquanto perplesso non essendo suffragata da elementi concreti: il gruppo lombardo, infatti, è protagonista di una biografia che di certo non lo accredita ad alfiere di qualsivoglia scena.
Detto questo, passando a fatti concreti: il disco dei Matmata si compone di quattordici brani, allestiti ponendo gran cura ad arrangiamenti e qualità del suono (entrambi ottimi), che propongono un rock che alterna atmosfere taglienti a parentesi languide. Ma la convivenza tra diversi ritmi, a tratti, risulta forzata e sfocia in episodi che paiono estranei al resto del disco e ne fanno crollare la tensione emotiva.
E, quel “fil rouge” (un romanticismo espresso con liriche e sonorità sontuose e ricercate) che tiene uniti brani come “Fragile”, “La vita altrove”, “Tango di fobia” si spezza improvvisamente in una vacuità ed in una pacatezza emblematicamente rappresentate da “In silenzio” e “In attesa del cielo”.
Sembra quindi che i Matmata non abbiano ancora completamente focalizzato il loro stile: band originale e talentuosa capace di scrivere intriganti brani quali sono “Fragile” (con un sound intenso e vigoroso raffinato da un parti cantate in falsetto) e “Tango di fobia” (splendida interpretazione di armonie sudamericane)? Oppure gruppo che cerca di piegare il proprio talento a sonorità banali ed orecchiabili?
Io spero nella prima ipotesi, e spero anche che i Matmata diventino davvero la rivelazione dell’indie rock…
---
La recensione In attesa del cielo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-08-29 00:00:00
COMMENTI