Questo “Ultimo volo” è legato ad una circostanza precisa: l’inaugurazione di un museo. Se a queste mie parole vi sono venuti in mente freddi vetri di bacheche e fastidiosa polvere del tempo, non siete sulla strada giusta. Sedetevi, infilate il cd nel lettore e state a sentire, si tratta di racconti che riguardano noi e di storie che non ci hanno mai narrato per intero.
E’ un aereo a riportarci un suo viaggio, un velivolo chiamato Dc9 che, nel momento in cui è stato registrato questo disco al Teatro Manzoni di Bologna il 27 giugno 2007, stava lì accanto, ricostruito nel Museo per la Memoria della strage di Ustica. Ci parla grazie alle voci di Pippo Pollina, accompagnato dal Palermo Acoustic Quartet e dagli archi della Filarmonica Arturo Toscanini, e di Manilo Sgalambro.
Cantautorato e prosa, ammantati di poesia, possono più di mille servizi dei tg nel renderci una vicenda che riguarda la morte di 81 persone e segreti di stato ancora sepolti; nel disco, tratto dall’opera “Ultimo volo - Operazione civile per Ustica”, non c’è nessuna inchiesta o dito puntato, semplicemente il vissuto del Dc9 partito da Bologna per Palermo pensiero dopo pensiero, minuto per minuto, fatto dopo fatto. Musica e letteratura, abili tanto da non scivolare in luoghi comuni e intelligenti tanto da non farci sentire il vuoto di questi 28 anni, si mettono al servizio della Verità e del Ricordo.
Colori e speranze, languori e dolcezze, tanta magia nella scrittura di un bravissimo Pippo Pollina, nelle vesti di autore, pianista e cantante. E viene la pelle d’oca durante il susseguirsi dei brani denominati in modo crudo "Canzone prima", "Canzone seconda" e così via fino alla "Canzone sesta", capace di rendere un briciolo di giustizia ai milioni di anime uccise fisicamente e moralmente da quel 27 giugno 1980 con le parole “Eppure la storia va avanti e non conosce padroni, anche a quelli che muovono i fili un giorno tremeranno le mani (…)”.
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