Il dilemma è scespiriano. Essere o apparire. Osare o riposare. Suonare o imitare. Un dualismo problematico. Come nel caso dei Da'Namaste. Praticamente una coverband degli Alibia. Di più. Quasi un progetto nato con righello e squadretta. Come se la creatività fosse una semplice questione di stile. Da studiare, vivisezionare, imitare. Ma il fatto è che la musica non è una scienza esatta.
La presenza di Massimo Bonelli (cantante degli Alibia) in cabina di regia si sente. Gli intrecci strumentali raffinatissimi, le voci dialoganti, i testi malinconici: tutta roba già sentita dal gruppo di "Tra Tutto E Niente", peraltro anch'essa tacciata di suonare come se tentasse di raccogliere il testimone dagli Scisma. Ma gli Alibia avevano dimostrato di avere quello che ancora manca ai Da'Namaste. Le canzoni. Che, oltre ad arrangiamenti di chiara derivazione Benvegnù, avevano una gran forza e bellezza. E che per questo funzionavano – e funzionano – bene. Nonostante le affinità sonore delle quali si diceva.
I Da'Namaste, invece, si limitano ad approcciarsi ai loro padri putativi con un timore quasi genuflesso. Sono poco più di controfigure. Assimilano lo stile ma non fanno il passo in più. Brani pop da manuale, nel senso di formalmente ineccepibili. Come per le distorsioni pesanti di "Per Nulla E Tutto" - un caso esemplare dei danni che certo rock in italiano ha lasciato in eredità alle nuove generazioni – o per l'esistenzialismo a buon mercato di "Mira Le Cattedrali" ("Il nostro vegetare non è eterno, adesso ci aspetta un Nuovo Mondo di piramidi nucleari e di palazzi paradossali").
E sì che non mancano gli episodi più convincenti ("La Pancia Dei Pesci", "Lieto Fine"). A dimostrazione che le belle canzoni riescono a mettere in secondo piano persino il più palese dei già sentito. Se i Da'Namaste allora prendessero in mano il proprio destino e compissero un necessario e coraggioso parricidio artistico potremmo goderne tutti. Altrimenti corriamo il rischio di considerare la musica moderna come un supermercato della creatività dove c'è posto per tutto. Tranne che per la meraviglia.
---
La recensione in2i di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-26 00:00:00
COMMENTI (22)
Ogni tanto ho bisogno, dopo anni, di tornare a leggere questa recensione: devo farlo per ricordare a me stesso come i concetti di ignoranza (musicale, ma non solo), arroganza, supponenza e buffonaggine possano stare bene a braccetto, in alcuni casi.
primigenio suono onirico... complimenti!
E' proprio questo il punto.... gli Alibia NON sono la loro fonte di ispirazione.... o almeno: per affermare una cosa del genere ci vuole moltissima fantasia!
sinceramente, secondo me, è l'unica cosa che li potrebbe accomunare: due voci, una maschile e una femminile.. Ma le usano anche in modo diverso.. :|
Mah...
beh, parte luna e dita, se io fossi nella band ci sarei rimasto molto molto male, alcune frasi che hai scritto sono molto toste da mandar giù per un musicista... anche se devo dire, e preciso, che sono al di sopra delle parti, perchè non conosco il gruppo che a quanto ho capito è la fonte di ispirazione, gli alibia... non ho mai sentito le loro canzoni...
per njaklo: curiosità qual è la storia delle due voci?
No non la linko :), non voglio fare quello che si fa pubblicità su altri siti. Non è questione di paragoni, non ho detto che la mia recensione è più bella di questa, in realtà non volevo neanche che la mia recensione fosse tirata in mezzo, era solo un incipit per dire le cose che ho detto dopo. Mi sa che c'è qualcun altro che guarda il dito invece che la luna ;) e non mi riferisco a redvelvet.
visto che ne hai parlato potresti anche linkarla la tua recensione, tanto per aver un paragone :)
Manfredi intorno a quel dito ci possono essere anche tutti gli elogi del mondo, ma quelle frasi sono offensive (e anche non poco) a prescindere da quello che ci sta intorno.
Poi se eviti le risposte da bambino offeso fai anche più bella figura.
Non sarà mica la vecchia storia delle due voci? :|
Mah... :)
...poi dice che rockit sta morendo... ci credo....!
con questa recensione per me ha perso gli ultimi barlumi di credibilita'
amen