Cinque ragazzi siciliani raccolgono la passione mediterranea e la mettono dentro un disco. Il sogno è realizzato, le urgenze espressive diventano musica. L'entusiasmo non si discute, l'intensità è commovente. L'energia basterebbe ad alimentare una città. Mancano però le grandi idee e la personalità. Restano solo questi sette brani che ammirano il rock milanese che fu degli Afterhours, restando incantati anche dal romanticismo degli Scisma.
I SansPapier cantano "la tua intimità è un'orgia catartica". Poi chiedono aiuto a Jacques Prevert e mettono in musica la sua "Je Suis Comme je Suis", forse momento migliore del disco, anche se nessuno saprà mai il parere di Prevert. Proseguono sincopando il ritmo e spingendo sulle chitarre con un impeto da american rock. Gli sforzi però non producono successi e tutto il disco annega senza infamia e senza lode.
Più consapevolezza, più autocritica. E forse crescendo uscirà qualcosa di buono da tutti questi sogni.
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