Se siete qui per scoprire ogni piccola microcitazione del nuovo album degli Elii, comprese decrittazioni di ghost track al contrario, non perdete tempo: andate su Wiki o su Marok.org e trovate tutto. Vi segnalo pure una divertente raccolta di video su You Tube, che reperite digitando "Studentessi". Se invece volete fare quattro chiacchiere, mettetevi comodi un attimo. A cinque anni da "Cicciput", dunque, "Studentessi" è il nuovo album in studio di Eelst, promosso attraverso tutti i media possibili: distribuzione in edicola con note riviste e quotidiani, vendita nei negozi, download, minisito con chicche (compresi demo delle canzoni) e giochini su Google (ascoltate "Gargaroz", digitate "tonsille tolte" e poi vedete). L'indipendenza e la conseguente possibilità di lasciar passare tra un disco e l'altro il tempo necessario a mettere insieme una raccolta di canzoni che non sia stanca fanno bene agli Elii. "Studentessi" è un davvero buon disco, lontano da prove opache come "Craccracriccrecr" o "Peerla". Si squaderna la solita parata di ospiti illustri del salotto buono mainstream, si assemblano canzoni col solito piglio citazionista post-moderno e al tempo stesso zappiano, ma si compie il piccolo miracolo di un disco che dura quasi 80 minuti e non annoia mai, anzi si fa riascoltare anche subito volentieri. Non è solo merito della varietà di stili, ché questo è sempre stato un tratto distintivo della band e non sempre il gioco riusciva così bene: c'è proprio un'ispirazione maggiore. Non tutti i brani passeranno alla storia, certo. Ma alcuni piccoli classici ci sono già: il bel singolo african style "Parco Sempione" in cui gli Elii, ricordandosi che Frank Zappa era anche un polemista politico eccezionale, se la pigliano con la speculazione edilizia della Regione Lombardia (tema che ritorna anche in "La risposta dell'architetto", in cui si risponde a Mondo Marcio, ma si parla anche di lottizzazioni poco pulite a Bra); il prog melodioso di "Plafone"; il surf exotica di "Tristezza"; la geniale invenzione di "Heavy Samba"; l'r'n'b di "Gargaroz" e la minisuite "Suicidio a sorpresa" tra swing bianco e death metal. Molto divertente anche "Il congresso delle parti molli", che, se seguite i miei suggerimenti di cui sopra, scoprirete dotata di un testo molto più "politico". Un tema che fa dunque capolino in diversi punti del disco: e se considerate le due citazioni dell'assassinio di Giulio Cesare, potete farvi un'idea di quello che forse, molto forse, i nostri augurano ai nostri politici. Non vorrei cadere nell'isterismo decrittatorio dei fans di Elio, ma pure il campionamento del film "Il commissario di ferro" (1978) in cui Maurizio Merli (notoriamente "destrorso") a suon di sganassoni cerca informazioni su un tale Sergio Conforti, potrebbe rientrarvi: Sergio Conforti è il vero nome di Rocco Tanica, promotore della petizione contro l'abbattimento del bosco milanese di Gioia, raso al suolo da un altro noto "destrorso", Roberto Formigoni, cui è simpaticamente dedicata anche la copertina del singolo. Una svolta nella produzione degli Eelst? Chissà. Intanto un bel disco, che avere non fa male per nulla, anzi.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.