Per gli appassionati del genere Davide Bernasconi, in arte Davide Van De Sfroos, è una specie di semidio, unico nel panorama folk italiano a musicare con robusti arrangiamenti folk/country/blues liriche in dialetto laghèe. Come un irriverente Napoleone dei tempi moderni il buon De Sfroos ha trafugato i tesori musicali di terre lontane, li ha fatti suoi e li ha riportati sottobraccio a casa propria, sulle rive placide del Lago di Como, una terra di nessuno, musicalmente parlando, che ha retto bene alla fecondazione di note straniere.
Contaminato e contaminante, il cantore lariano a tre anni di distanza del meraviglioso “Akuaduulza” ci regala un’altra perla di folk dialettale, forse meno epica ed evocativa, forse più intuitiva e grossolana, ma certamente non meno coinvolgente e sanguigna. “Pica!”, in puro stile De Sfroos, è una vivida rassegna musicata di personaggi e storie tratte dalla quotidianità e dai racconti popolari. E’ terra, sangue, amore, vino, risate, lavoro, poesia e dolore, mischiati con le mani nude e impastati con l’acqua gelida di un lago, umido confine tra vita e morte, verità e finzione, sofferenza e felicità. Un cantuccio nebbioso del mondo, forse un non-luogo, dove persino i sorrisi restano a metà e gli amori covano inconfessati (”ti amo anche se non te lo dirò mai”, “Loena de picch”) e dove gli eroi sono briganti con le Superga ai piedi che sfuggono alla Finanza (“La ballata del Cimino”) o fieri minatori della Valtellina che ”sfidano la strega silicosi” (“Il minatore di Frontale”).
Costante la tensione musicale generale durante l’ascolto nonostante qualche irritante arrangiamento country-rock di troppo e la scarsa musicalità del dialetto utilizzato. Ma la capacità di Davide Van De Sfroos di raccontare storie genuine brilla di luce propria. E’arte, cristallina, indiscutibile… Anche senza musica.
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La recensione Pica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-04-23 00:00:00
COMMENTI (7)
La serata inaugurale di id&m è stata un vero successo, Davide Van De Sfroos, il direttore artistico, a saputo unire la musica dialettale ai giovani talenti, mix che si è rivelato vincente!
Non perdetevi i prossimi due giorni i primi di Novembre agli Arcimboldi a Milano.
Per tutte le info:
identitaemusica.it
Davide Van De Sfroos ultimamente sta partecipando come direttore artistico per id&m, il festival della musica dialettale, che avrà luogo il 7 e 8 Novembre agli Arcimboldi.
Per tutte le info:
identitaemusica.it/index.ph…
Penso che in quest'album Van De Sfroos abbia fatto davvero un buon lavoro, la sua musica è unica nel suo genere, e il successo che sta acquisendo con il tempo penso ne sia testimone. Ultimamente si sta anche cimentando come direttore artistico per Id&m, il primo festival della musica dialettale, che si terrà il 7-8 Novembre al teatro arcimboldi, a cui parteciperanno grandi nomi della musica italiana.
per chi ne volesse sapere di più:
identitaemusica.it/
Sì, lo penso. Penso che il dialetto lariano abbia poca musicalità perchè caratterizzato da una pronuncia piuttosto articolata e amelodica, a differenza di altri dialetti italiani (napoletano o abruzzese, per esempio). Se ci pensi persino il dialetto genovese che il grande De André ha sublimato con "Crêuza de mä" non possiede poi una così spiccata musicalità: in quel caso fu merito dello splendore degli arrangiamenti musicali che ne esaltarono la sua proverbiale scivolosità, trasformandola in armonia. Per quanto il disco di De Sfroos mi sia piaciuto molto penso che dovrà lavorare ancora a lungo per armonizzare a meraviglia il suono del suo dialetto (lingua?) con la musica. Mi si perdoni comunque l'ingeneroso paragone con De André.
Ottimo disco, sempre su un altro livello rispetto alla media folk-rock italiana. Domanda: sicuro che il dialetto sia scarsamente musicale?
uhm... come ligabue? :]
è un bel disco, ma l'impressione è che van de sfroos vada sempre più verso la ripetizione di canovacci narrativi buttati giù qualche anno fa...