Per gli appassionati del genere Davide Bernasconi, in arte Davide Van De Sfroos, è una specie di semidio, unico nel panorama folk italiano a musicare con robusti arrangiamenti folk/country/blues liriche in dialetto laghèe. Come un irriverente Napoleone dei tempi moderni il buon De Sfroos ha trafugato i tesori musicali di terre lontane, li ha fatti suoi e li ha riportati sottobraccio a casa propria, sulle rive placide del Lago di Como, una terra di nessuno, musicalmente parlando, che ha retto bene alla fecondazione di note straniere.
Contaminato e contaminante, il cantore lariano a tre anni di distanza del meraviglioso “Akuaduulza” ci regala un’altra perla di folk dialettale, forse meno epica ed evocativa, forse più intuitiva e grossolana, ma certamente non meno coinvolgente e sanguigna. “Pica!”, in puro stile De Sfroos, è una vivida rassegna musicata di personaggi e storie tratte dalla quotidianità e dai racconti popolari. E’ terra, sangue, amore, vino, risate, lavoro, poesia e dolore, mischiati con le mani nude e impastati con l’acqua gelida di un lago, umido confine tra vita e morte, verità e finzione, sofferenza e felicità. Un cantuccio nebbioso del mondo, forse un non-luogo, dove persino i sorrisi restano a metà e gli amori covano inconfessati (”ti amo anche se non te lo dirò mai”, “Loena de picch”) e dove gli eroi sono briganti con le Superga ai piedi che sfuggono alla Finanza (“La ballata del Cimino”) o fieri minatori della Valtellina che ”sfidano la strega silicosi” (“Il minatore di Frontale”).
Costante la tensione musicale generale durante l’ascolto nonostante qualche irritante arrangiamento country-rock di troppo e la scarsa musicalità del dialetto utilizzato. Ma la capacità di Davide Van De Sfroos di raccontare storie genuine brilla di luce propria. E’arte, cristallina, indiscutibile… Anche senza musica.
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