Gli Alambic Conspiracy li immagini incappucciati, con passamontagna in testa, tutti costipati in un cucinino a decidere come organizzare una rivoluzione sonora.
Suoni dub che si compattano con un'elettronica digitale, su di un'asse portante fatta di reggae vecchio stampo. Chiedono appoggio al loro credo dando in cambio bassi radioattivi, andamento instabile e mobile che crea un mood semicatartico, ricordo di soleggiate terre lontane, buio corrosivo. Non dimenticano di rallentare l'andamento per dare vita a momenti fatti di ritmi in levare, come in "Green Tea" o "Bajakal Coffee", dove fanno capolino atmosfere che sono figlie delle creazioni di Mad Professor o del digital dub della italianissima A quiet bump.
Si avvalgono di collaborazioni importanti come quella di Bunna (Africa Unite) nell'inno dancehall "Silky Rice", ma non le esaltano perchè l'importante non è chi crea ma cosa emerge da questa cooperazione e coesione di forze. Le atmosfere soffuse divengono luogo d'incontro per perdute idee, riappropiazione di un'identità corrosa ma via.
Questo "Basmati Kitchen_Dubs one" è inno di una nuova insurrezione, moto perpetuo contro la standardizzazione del suono.
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La recensione Basmati_Kitchen Dubs One di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-04-09 00:00:00
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