È con piacere che ascolto questo primo promo dei White Pagoda, band di Arezzo sulle tracce di un punk rock vecchio stampo, originario stampo. ‘Originario’ perché i Ramones tornano (si affacciano) come loro vorrebbero, e cioè nelle calze di questi quattro ragazzi con lo stop&go nel sangue, la cantabilità di ritornelli leggeri e californiani, la musicalità di pezzi appena duri e appena adolescenti.
I padri del punk rock c’è da chiedersi fin quanto siano stati onorati o quanto rinnegati dalla storia musicale. A conti fatti oggi il punk rock è un genere che non sta né qua né là, spesso deviato verso scorciatoie emo e melodiche che hanno poco o nulla di quel “Ramones punk”.
E allora i White Pagoda semplicemente fanno un gioco onesto: undici tracce nevrotiche e irriverenti, semplici e spedite su un pentagramma di quattro accordi per riproporre intatta la freschezza di un genere che, nonostante la valanga di emuli e tributari spesso poco coerenti, sa ancora di attuale e orecchiabile nonostante i trent’anni di distanza. Perché il punk rock non invecchia mai, e il suo ricordo resta vivo come uno degli odori migliori che la storia della musica contemporanea abbia sfornato: rivoluzione del rock, responsabilità di un’evoluzione.
E asciugatevi quella lacrima sdolcinata se pensate ai ricordi adolescenti del “Gabba Gabba Hey!”: senza montargli la testa, ma quello dei White Pagoda è uno dei migliori tributi recenti a quel pezzo di storia.
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La recensione Sofa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-04-15 00:00:00
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