Un disco di schizzi, nè più nè meno. A distanza di un paio d’anni dall’ambientale e colorato "Psychedelic Bicycle", Paolo Mauro mette la firma in calce alla sua prima uscita per l’etichetta Quantum Bit, l’atelier messo in piedi insieme al socio Warxx. Il primo brano si intitola, non a caso, "My Land", perchè introduce un percorso sghembo attraverso l’universo Jaeck the Bit, che da buon artista postmoderno alterna paesaggi e nature morte, staticità e movimento, filtri e luce naturale. Il concetto portante è la vulnerabilità del momento artistico, fatto di cadute emozionali, ripetitività e schegge d’istinto, stesso concetto che sta alle fondamenta del manifesto di Quantum Bit. Ecco dunque alternarsi arpeggi barocchi e scariche di beat in un palleggio di atmosfere in equilibrio precario tra breakcore e lo-fi ad 8 bit, un curioso intreccio tra le topiche di Venetian Snares, Drop The Lime e Dj Scotch Egg. Una serie di bozzetti in cui si percepisce l'incertezza dell'artista che non sa, o non vuole, scegliere tra l'indugiare sul passato o sciogliersi nell'ampia e sconosciuta prateria che si estende all'orizzonte. La confusione è dietro l'angolo, purtroppo, ma diamo atto a Jaeck che l'artista per definizione si espone al rischio delle proprie scelte, ed ogni percorso artistico onesto e passionale prima o poi deve fare i conti con le proprie lacrime nostalgiche.
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