Quattro anni dopo gli Ultraviolet Makes Me Sick tornano a farsi sentire. Il post rock – etichetta che in passato la stampa ha appioppato forse con troppa solerzia alla band – in questo “Stuck In The Room Full Of Mirrors” continua a lasciare il proprio odore. Solo che gli Ultraviolet amano complicarsi la vita. E probabilmente detestano i marchi di fabbrica. Ecco perché con questi nove brani strapazzano i Mogwai e li costringono a fare pop rock, pur con tutte le deviazioni/dissonanze/improvvisazioni del caso. Senza scordare gli sghembi arrangiamenti di alcuni pezzi, che si accartocciano in rumorismi free-jazz sullo stile dei Tortoise dei bei tempi che furono. L’iniziale “Reflecting Hope” è probabilmente il biglietto da visita migliore che la band potesse presentare. Una ninna nanna che frulla post rock, folk e avanguardia, corroborata da riverberi avvolgenti che armonizzano le disarmonie e gestiscono al meglio i numerosi saliscendi dell’arrangiamento. Il resto del disco prosegue su questa strada piuttosto rischiosa. Perché in un mondo dominato da mentalità a compartimenti stagni più di qualcuno potrebbe trovare qualcosa da ridire nell’accostamento azzardato tra l’acida psichedelia kraut di “Crash” e “Like A Weed” e la ballata di vago sentimentalismo post rock “Having A Bee In One’s Bonnet”.
Alcuni episodi riportano alla mente – per sensazioni e sensibilità più che per effettiva contiguità artistica – l’atmosfera ovattata di certi pezzi dell’album dei News For Lulu. Forse con meno freschezza. Sicuramente con più mestiere e senso della sfida. Elementi che fanno di “Stuck In The Room Full Of Mirrors” un lavoro ben fatto. Pur senza picchi.
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La recensione Stuck In The Room Full Of Mirrors di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-05-21 00:00:00
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