"Non è facile registrare un disco dal vivo, soprattutto se non ne hai mai fatto uno". Eppure gli Arturo Fiesta Circo sono riusciti nell'intento: undici pezzi cotti e mangiati, registrati al live club All'unaetrentacinquecirca di Cantù - Como (scelta che fa pensare subito al primo Capossela, di cui nel disco si ritrovano, in parte, ambienti e atmosfere). Un'orchestra priva di regole che si trasforma in circo, e il circo fa spettacolo, intrattiene, come intrattengono le parole dello Zio Fiesta, poliedrico capobanda, lasciate incise tra un pezzo e l'altro insieme alle risate e agli applausi del pubblico in sala. Un jazz dalle mille contaminazioni, dalle influenze gitane e dall'eleganza francese, che a tratti strizza l'occhio all'eleganza di Cammariere e al fascino sottile di Conte. E' un disco che racconta di temporali e bicchieri da svuotare, che disegna le inquietudini del quotidiano, e in cui ogni amarezza si smorza nell'ottimismo di chi vive suonando e cantando, perché forse è proprio questo il senso più profondo del circo, indossare la maschera da pagliacci lasciando intavedere la lacrima di Pierrot.
Si spazia dalla malinconia di "Rimini", ballata che ricorda il più delicato Vasco Rossi e che rappresenta con versi semplicissimi lo strazio di un amore impossibile, alle smorfie caposseliane di "Nozze Bulgare", ritratto di feste chiassose e grottesche, piuttosto che all'ironia tagliente di "Baila baila", dichiarazione di guerra agli "sciocchini" dai cervelli non pensanti. Particolarmente riusciti i testi in francese, che alzano il tiro e regalano immagini più intense rispetto agli altri, filtrate purtroppo dalla lingua straniera e perciò di meno immediata comprensione. Tanta voglia di divertirsi, che per fortuna a volte "le canzoni sono molto più leggere di noi", e forse troppa poca voglia di prendersi sul serio; se ne paga pegno con qualche rima un po' troppo facile e con qualche caduta di stile, specialmente nella parte finale del cd.
La parola d'ordine insomma è sdrammatizzare, in questo disco che quando non riesce a convincere quantomeno vuole indurre a distrarsi, che non brilla per profondità o intensità espressiva ma di cui si può apprezzare certamente la vitalità, la freschezza e la coerenza.
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