Polistrumentista romano già legato all'improvvisazione elettro-acustica con Taxonomy (di cui si ricordano le "Scatole Sonore" con Punck e Polvere) e a collettivi avant-jazz, Roberto Fega pubblica per la nota etichetta portoghese Creative Sources Recordings il suo lavoro solista dopo l'interessante "Fave Quotidiane" (Ctrl+Alt+Canc, 2006). Da qui riparte tessendo ardite geometrie che giocano con gli stilemi dell'arte acusmatica, soffocando nell'elettronica digitale la necessità visionaria di mondi inesistenti eppure plausibili. Fega usa le delicate tinte del vuoto per delineare i passaggi di una poetica sfrontata nell'uso della sintesi elettronica. Organizza gli spazi compositivi sovrapponendo primi piani violenti a trame acustiche ed estrapolazioni cinematografiche (il Pasolini di "Uccellini Uccellacci"). Le linee artefatte sembrano rivitalizzare nei contenuti dell'elettronica contemporanea i temi e la scomposizione di Heiner Goebbels, forti anche di contaminazioni acustiche ed intrusioni nell'avanguardia jazz. Qui minimalismo e astrattismo sonoro confluiscono nell'asetticità di atmosfere laceranti ed equilibri percussivi. Cerebrale e minuzioso senza affogare nello sperimentalismo fine a sé stesso, "Un geco nella mia casa" conferma il valore e la vivacità d'intenti del sottobosco sperimentale italiano.
---
La recensione Un geco nella mia casa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-11-11 00:00:00
COMMENTI