I Paradisi Artificiali prendono il nome da un saggio di Baudelaire che parlava degli effetti di alcol e droga sul suo cervello. E anche se supponiamo che il duo palermitano abbia un approccio un po' meno sordido alla vita, questo misto di cantautorato e shoegaze è comunque straniante come presentarsi a un colloquio di lavoro dopo aver leccato il dorso di un rospo, senza ovviamente gli effetti collaterali che sappiamo. I Paradisi Artificiali esordiscono quindi come se stessero suonando sulla DeLorean di "Ritorno al futuro": cuore ben saldato negli anni Ottanta e sguardo rivolto in avanti. Ma quelle lasciate sugli altoparlanti dello stereo non sono lingue di fuoco, bensì abbondanti svisate chitarristiche e sintetizzatori a profusione. C'è "Post", un post punk ovattato pieno di riverberi, distorsioni e inquietudini. C'è "15", che è un rispettoso tributo stilistico alla disintegrazione emotiva dei Cure. E c'è "Antecedenza", che vede i Jesus And Mary Chain rivestiti di melodia italopop. A questo giro i Paradisi Artificiali sono stati accompagnati in alcuni episodi dalle voci di Miro Sassolini (ex Diaframma), Elena Fazio (Moque) e Antonio Di Martino (Famelika). Per essere un ep "Paralisi" ha molta carne a fuoco e in generale una buona scrittura a sorreggere tutto, con un paio di brani molto interessanti. Senza dubbio un progetto da tenere sott'occhio.
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