Quando arriva la gente si sente meglio: ma dove arriva? Non si parla di luoghi fisici, in questo EP dei Numero 6, quanto di luoghi mentali e sociali.
Dopo i racconti di viaggio in compagnia di Enrico Brizzi, è il momento di una sosta. Non si tratta di una pausa serena, ma di un intervallo segnato da sentimenti e atmosfere non pacificati, come buona tradizione del gruppo. I pezzi parlano di situazioni di stallo e smarrimento, sospese tra arresto e ripartenza. Manifesto di questo stato è “Navi stanche di burrasca”, liriche dello stesso Brizzi. Attraversato da inedite venature folk, il brano testimonia una sorta di spaesamento generazionale che sta a cavallo tra realtà/finzione e personale/politico: “Le navi stanche di burrasca agli ormeggi proprio come me le vocazioni allucinate della vecchia guardia anarcopunk”. Alluvione di parole, che cade addosso e trascina come in un vortice. Un pezzo che si lega a “Quel giorno cosa avevo?”, in cui dubbi e incertezze personali si specchiano nei percorsi di vita altrui, senza risparmiare stoccate a noti convertiti nostrani.
“Aspetto” (ripescata da una vita precedente, quando la ragione sociale era Laghisecchi) e “Un segnale debole” bilanciano questa doppietta concentrandosi sul sé, in attesa di ripartire dopo una mazzata sentimentale e facendo il punto della situazione sui rapporti personali.
A livello di testi, i Numero 6 confermano di avere pochi rivali in Italia, capaci di unire sintesi ed efficacia visiva con grande intelligenza e abilità. Cambiano invece le musiche, che aprono momentaneamente all’acustico e all’ingresso del piano. E poi, certo, c’è Bonnie “Prince” Billy, che dà un’interpretazione credibile e convincente, per quanto quasi surreale, in lingua italiana.
È una sosta, si è detto, perchè di approdo vero e proprio non si può parlare: in vista ci sono il disco tratto dallo spettacolo con Brizzi e un album di inediti che si preannuncia elettrico e veloce. Nell’attesa, vi consiglio di immergervi nelle inquietudini pop di questo EP.
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La recensione Quando arriva la gente si sente meglio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-06-02 00:00:00
COMMENTI (2)
Bella l'idea di metterlo su rockitmag.
"più Marco Villa nel mondo!" :D
un solo appunto: l'avvenire è a un tempo più lineare e più stratificato di così, in senso di uscite. yo