Cerebrale, neve bianca che cade sotto il sole d'agosto, dissonante, maestria del suono scomposto in mille forme, suoni ultramolecolari che viaggiano di pari passo con rumori dal sapore industrial. Un lavoro di pura ipnosi, di costruzione nervosa, dove i suoni flessuosi e cupi di Andrej Bako e Karen O'Brien - autori di tutti i sample di questo disco sui quali Stefano Giust ha agito con il suo consueto lavoro di destrutturazione - vengono spezzati dal ritmo circolare di suoni glitch, atmosfere languide che intervengono a spezzare la buia umoralità del suono. Un'architettura scheletrica e rumorosa tanto da sembrare una danza tribale elettrificata. Tempi dal passo lento e cadenzato, quasi dub ma strutturato su di un rumorismo inquieto. Silenzio infranto da colpi duri, multiritmia difforme e mutevole, una base univoca e sequenziale crea il cardine contiguo su cui i tre estratti si basano ricevendo lievi ma complesse variazioni; una chiusura liquida e muta, che con estrema attenzione prova a non risvegliare dal torpore in cui ci ha trascinato.
Giust crea un live set unico, di esplorazione sonora senza limite, costruito su ritmi incalzanti fatti di suoni manipolati, gocce di risonanza in cui immergersi con membra e neuroni, un lavoro che ha bisogno di predisposizione mentale e un capace background elettronico, proprio perchè non convenzionale, un lavoro come pochi se ne ascoltano al momento, un'importante quadro di ricerca mai fine a se stesso. Se vogliamo un piccolo gioiello di sperimentazione oculata.
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La recensione MkUltra Electronic music solo improvisation di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-05-22 00:00:00
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