Dischi per l’estate parte 3: storie di pirati. E gli Assalti Frontali ci lasciano in mutande. Il nostro yacht sarà arrembato dalla crew più militante di Roma. Dicono che siano anche parecchio convinti, e che non basta fare un bel sorriso per scampare all’attacco. L’unica è issare una bandiera con teschio e tibie, e diventare pirati a nostra volta. Ma anche in questo caso non saremo sicuri di nulla. Se ci scoprono diventano più cattivi ancora. E allora a questo punto facciamoci assaltare e uniamoci a loro! Tanto lo yacht mica ce l’abbiamo, la barca su cui siamo sta a malapena a galla, abbiamo rotto un remo su due e stiamo pure finendo i viveri. Dove vuoi che andiamo? Militant A è il Barba Rossa condottiero della ciurma, in forma smagliante con un passo da elefante, in famiglia ovunque, supportato, rispettato e amato. È vecchio nello stile (il suo, uguale dai primi novanta), ma c’ha la forza di un ventenne pronto per la battaglia. E la potenza adeguata per parlare di libertà e tracciarne delle mappe con “incontri, lotte, passi sincronizzati, colori, capannelli non autorizzati, uccelli migratori, reti, informazioni, piazze di tutti, laiche, pazze di passioni”. Senza paura, consapevolezza a mille e luoghi comuni, populismi e slogan, che spesso appaiono i soliti e fuori tempo, ma che scaldano il cuore, ed emozionano pure a volte. È fondamentale che ci sia qualcuno che reclami spazi e che se nessuno risponde se li prenda. È fondamentale che ci sia qualcuno che stia dalla parte di chi non comanda ed è vittima di scelte e affari altrui. E poi ci sono i figli che nascono e crescono, le periferie, i nazi, Roma, Enea, le sigarette e le lotte importanti (tutte). E le basi di Bonnot, che elettrificano il disco di elettricità a basso voltaggio, ma sufficiente ad illuminarlo di una luce elettronica e hip hop che piace, istintiva, non complicata, non invasiva, non neon, ma calda, gialla, anzi rossa, anzi gialla e rossa. E poi PolG e Glasnost che fanno il resto della crew. I testi di Militant A riescono ancora a penetrare le orecchie, con spinta positiva e più ironica del solito e, seppur fuori moda davvero, e proprio perché fuori moda, andrebbero tutelati come parole a rischio d’estinzione. Cioè, possono pure non piacere, ma sono necessari.
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