Alisons
L’Ombra Di Me Stesso 2008 - Rock, Pop

L’Ombra Di Me Stesso

Sono giovani, gli Alisons, e il tempo gioca dalla loro parte. L’esordio “Assenti Da Normalità” metteva in luce tutti i difetti da opera prima, come la scarsa ricerca negli arrangiamenti e una vaga sensazione da “buona la prima” (accontentarsi di quello che c’è senza aspettare che i brividi e le emozioni facciano capolino tra le note delle canzoni).

I quattro pezzi di “L’Ombra Di Me Stesso”, invece, mostrano una band decisamente più in palla. Sarà merito della presenza in fase di produzione di Nicolò Carnesi, talentuoso cantante siciliano. Ma tant’è. Gli Alisons migliorano e lasciano intuire un percorso di critica e autocritica che sta facendo bene al quartetto. L’orbita è quella del pop rock italiano immerso nell’oscurità della musica dark. L’intro strumentale “La Camera Delle Fiabe”, con i suoi arpeggi e la sua drum machine, è un inno al chorus e agli anni Ottanta. “L’Ombra Di Me Stesso” è la ballata dei cuori infranti, malinconia che sembra scritta per un manuale sull’adolescenza. “Riscrivere La Tua Storia” è un saltellante pezzo pop, senza dubbio la tappa più debole di questo breve viaggio sonoro a causa di una linea vocale francamente banale e da un arrangiamento che manca di guizzi e personalità. E poi c’è “Più In Alto Di Te”. Che ha uno strano effetto. È una canzone di qualcuno che sgrana gli occhi, prende il cuore in mano e te lo porge. Melodia, chitarre acustiche e poco altro. Non è un capolavoro, ma ha una sincerità e una passione di fondo che colpisce.

Gli Alisons dovrebbero eliminare le scorie che ancora li tengono a freno – qualche sanremismo di troppo, l’eccesso di riverberi – e sporcare di più il suono. Come dire, più Jesus And Mary Chain e meno rock italiano. Intanto crescono e migliorano. C’è da essere fiduciosi.

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