Prima di poter parlare di questo demo è fondamentale aver ben fermo nella nostra mente il concetto di musica contemporanea: connubio di musica e parole. Sembra essere una frase scontata, che come tale viene sorvolata più volte. Ci sono casi in cui musica e parole trovano un equilibrio ideale, dove le due voci si rispettano a vicenda, donandosi forza e facendo emergere così la vera essenza di questa arte.
Nel caso dei Micapungo l'attenzione non può che cadere sui testi divertenti, irriverenti, fatti di una comicità non banale ma che poco vengono sostenuti da una base strumentale raramente all'altezza della situazione. La loro filosofia punk-rock rimanda direttamente ai Tre Allegri Ragazzi Morti, cioè a quel mondo in cui basta una chitarra, un basso ed una batteria suonati da mani operaie per aver la possibilità di cantare parole interessanti che ferme su un pezzo di carta non avrebbero lo stesso impatto. Temi come la dipendenza delle nuove generazioni verso i videogame, delle gravidanze inaspettate, dello scioglimento dei ghiacciai e delle difficoltà scolastiche dei giovani alunni, vengono narrate con un'ironia che funziona, che coinvolge e che fa alzare il volume dello stereo per poter cogliere al meglio le sfumature di ogni termine.
Il punk-rock, tappeto musicale che accompagna quasi tutti i brani di questo album, viene messo da parte in due sole tracce in cui emerge una vena reggae che funziona alla perfezione. "La danza dei gravi" e "Le mie uova" sono le canzoni più interessanti e coinvolgenti, e che più si avvicinano al connubio perfetto citato ad inizio recensione.
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