Nel panorama electro italiano i forlivesi Brilliants si ritagliano uno spazietto tutto per loro, grazie alla loro unione di punk, techno e industrial che ne fa figli lontani dell’oscurità che fu propria degli inglesi Klf, degli sloveni Borghesia, degli svizzeri Yello, perfino dell’electrometal dei Ministry, e cuginetti d’oltreoceano dei contemporanei Quasimodo Jones, evidentemente tra i loro numi tutelari. L’influenza post punk è tale che in certi momenti pare di ascoltare una qualche band minore dei primi 80: dei Klf, insomma, qui c’è solo il senso di minaccia, non il glamour dance. Anzi: ad ascoltare le sei tracce del demo ci si immagina fisicamente i Brilliants come due piccoli Sid Vicious, per capirci, in una foto sgranata in bianco e nero, da fanza ciclostilata fine anni 70. Idea che nasce anche perché basso e batteria suonano elettrici, massicci e umani (uno lo è, l’altra no), mentre il ruolo della chitarra elettrica viene svolto dalle tastiere. La voce è urlata: ma, come nella opening track “Tion”, improvvisamente può riemergere filtrata dal vocoder, citando palesemente i Kraftwerk. Nel complesso, sei brani che fanno intravedere del talento. Manca ancora però la zampata vincente del brano che sappia uncinare l’ascoltatore e stamparsi nella mente. Tante idee, deraglianti, ma ancora non messe a fuoco, qualcuna cazzara, come il finto inglese alla fine di “Au-delà”, o l’inutile brano nascosto: questa è dance che non fa ballare, indecisa tra il dancefloor futurista e il pogo centrosocialista. Potrebbe essere una carta vincente, se ben definita e sviluppata: per il momento non è né carne né pesce.
---
La recensione Brilliants! Brilliants! Brilliants! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-07-11 00:00:00
COMMENTI