I Lev sono una band napoletana attiva dal 2002, questo è il loro primo album autoprodotto. La loro proposta musicale si distingue per un combat rock chitarristico e militante, cantato in italiano. Il comunicato stampa dice: "Consigliamo di ascoltarlo come se fosse un vecchio vinile a 33 giri… il concept dell'album è, infatti, la dicotomia 'dall'esterno/ dall'interno' e i pezzi omonimi aprono idealmente il lato A e il lato B dell'album, distinti e complementari".
Questa dicotomia propone una prima parte ruvida e notevolmente più affascinate che inizia con i passaggi noise del brano di apertura. "Una nuova militanza" è una bella scheggia di hardcore grezzo alla Dead Kennedys che nel finale occhieggia decisa al suono delle chitarre dei Marlene Kuntz. L'importante esperienza del Consorzio Produttori Indipendenti torna anche in "Bombe su kabul", che già dal titolo è un omaggio ai CCCP e che all'inizio segue proprio lo stile di un pezzo cardine della discografia degli emiliani come "Stati di agitazione". In questa prima parte qualcosa che ricordi i Fluxus non può non venir in mente, il furore elettrico, gli stacchi decisi, ma la dove i testi di Franz Goria contenevano alte citazioni letterarie qua sono più incazzati, popolari e combattenti.
Dal settimo brano in poi i toni si calmano e la musica si fa più melodica e orecchiabile, quasi che si cercasse il pezzo rock perfetto, alla Rem o alla Smiths per intenderci. In "Dall'interno", invece, ritornano alla mente i CSI, con il classico basso alla Maroccolo. In "Casa" diventano più intimisti, la voce recitata narra di anonimi racconti domestici. In chiusura i Lev abbandonano i toni incisivi e si avvicinano decisamente al climax cristallino dei loro conterranei 24Grana.
Anche per i Lev il sincretismo culturale napoletano, anche se a volte non così marcato, rimane sempre sottotraccia a influenzare i brani. Storie raffinate, che raccontano di mondi antichi e moderni insieme.
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