Lui è nella sua stanza, da solo, con la sua chitarra, a riciclare musica. Quella buona, se ne è ancora rimasta su questa terra. Attingendo, in particolare, dal blues e dal folk, vecchio e nuovo. Lui è Maybe I’m, salernitano, e questa è la sua teoria che bandisce la solita pappa musicale. Ne esce fuori un prodotto piccolo, solo 14 minuti, ma intenso. Robert Johnson e Beck si scontrano nella mia testa per un momento. Lo spirito del passato in perfetta sintonia con la moderna riformulazione di un genere “alterato” in stile lo-fi, autentico e primordiale, inebriato dall’alcool e consumato dai fumi delle sigarette. Che lo rendono delirante e pieno di fascino. Bello e dannato. Graffiante e rumoroso, folgorato dalle sonorità indie più avanguardiste.
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