Non è da tutti tuffarsi in una nuova avventura al posto di piangersi addosso rivangando il passato.
Non è da tutti chiudere un’esperienza tanto significativa quanto difficile da portare avanti e inaugurarne un’altra con determinazione, umiltà e stile.
Non è da tutti, soprattutto, scrivere un bel disco rock cantato in italiano e farlo oggi.
Paolo Beraldo è riuscito in tutto ciò lasciandosi alle spalle i Northpole (il miglior gruppo italiano secondo John Peel) formando i Public e dando alla luce “Lunario”, l’album d'esordio, disponibile gratuitamente sul web. Andateci subito su Publicmusic.it e avviate il download; nel frattempo proverò a raccontarvi perché sia complicato accampare scuse di fronte all’opportunità di aggiudicarsi i brani in questione, per giunta senza sborsare un centesimo.
"Lunario" trasuda l’esigenza di sputare fuori musica e parole e di farlo con il disincanto che spesso aiuta a realizzare imprese significative. Programmatico, in tal senso, il noise-pop di “Grandi aspettative”, sicuramente una delle canzoni più riuscite del disco, in grado di sintetizzare la morte di tante romantiche illusioni.
Sarà stata la mancanza di pressioni esterne coincisa con un momento di fulgida creatività; sta di fatto i dodici pezzi in questione risultano assai ispirati ed accattivanti. Tutti piuttosto concisi e vestiti con arrangiamenti succinti, essi arrivano dritti al punto senza fronzoli grazie anche a una produzione aspra ed essenziale che evita di soffocarne la freschezza e, al contario, conferisce al lavoro notevole respiro ed eccellenti dinamiche.
Un basso pulsante in bella evidenza, chitarre che graffiano con riff mai scontati ma accarezzano e intrigano quando optano per soluzioni jingle jangle, un drumming solido e frizzante, una voce che si destreggia con personalità dando vita a melodie semplici ma incisive. Sono questi gli elementi peculiari di un album per lo più elettrico e nervoso (“Non ci sono matti”, “La morte ti sta addosso (come una carogna)”) in cui fanno capolino episodi acustici e intimisti (“In questa stanza”, “Sabato notte, domenica mattina”) nonché frangenti cantabili e ariosi in cui emerge una spiccata vena pop (“Attualità” in un paese civile sarebbe un singolo da top 40).
Menzione speciale meritano i testi, ora pungenti, ora visionari, ora ironici, ma in tutti i casi dotati di buona musicalità, obbiettivo mai agevole da raggiungere se, come in questo caso, ci si orienta su metriche proprie dell’indie-rock. Beraldo scrive in maniera asciutta, riesce a risultare evocativo evitando di scivolare in verbosità e, anzi, dimostra di saper esorcizzare patemi di vario genere con ironia e sano distacco.
A questo punto una cartella zippata chiamata “Lunario” dovrebbe essere sul vostro hard disk. Abbiate la compiacenza di trasferirla su un cd vergine e dedicate un po’ del vostro tempo alla scoperta di “Lunario”, un disco davvero bello che, fra le sue tante qualità, ha anche quella di non essere immediatissimo.
---
La recensione Lunario di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-09-17 00:00:00
COMMENTI (18)
Complimenti... anche se il giro di "Grandi aspettative" mi ricorda un po' quello di "Pretty Noose" dei Soundgarden! :)
e questi da dove se ne escono?
bell'esordio :?
pixiemaniac
vero.provato e verificato.visti sabato live,a parte i km che ho fatto per trovare il posto.. cose notevoli e rock'n'roll, bel mix
vero.provato e verificato.visti sabato live,a parte i km che ho fatto per trovare il posto.. cose notevoli e rock'n'roll, bel mix
vero.provato e verificato.visti sabato live,a parte i km che ho fatto per trovare il posto.. cose notevoli e rock'n'roll, bel mix
non me ne vogliate,il disco è bello, accattivante, tutto fila liscio, forse troppo liscio, e talvolta (a mio modesto parere) in maniera troppo prevedibile..diciamo che devo essere cascato anche io nelle "grandi aspettative" di cui parlate voi ed aspettavo un disco memorabile, che così (sempre secondo il mio modestissimo parere) non è stato...sono contento però di essere l'unico finora non totalmente soddisfatto del lavoro:)
Avvisato l’altro ieri della recensione di rockit è stato bello notare che il disco/demo piace a molti, altrettanto rassicuranti i commenti negativi.
Ogni plebiscito per quanto piccolo deve preoccupare.
Viva l’opposizione, viva le minoranze..
Lungi dal voler venir meno quella regola interna alla band -per cui si è convenuto di limitare al minimo ogni “uscita” public-a-, esigenze di correttezza impongono un chiarimento tecnico all’intervento dell’utente denominato “peep”. L’accordatura cui fa riferimento è esatta per i 5/6, spostando la terza corda “sol” in “la” i brani 6 e 11 da lui citati si suonano con una certa facilità. Comunque complimenti per lo sforzo...
Volendo teorizzare una lezioncina di armonia si potrebbero discutere gli effetti ed i ri(s)volti armonici di un intervallo di quarta (in questa accordatura le note “la” e “re” rispettivamente-ex corda “sol” e “mi cantino”- ) su una successione di accordi come la seguente, MI-, FA, FA diesis-, SOL, LA, LA-, SI-, DO, DO-….e valutarne le conseguenze, esperimento che questa configurazione di accordatura permette con soluzioni inaspettate e particolari nelle loro concatenazioni.
Ringraziando rockit e tutti coloro che fin qui hanno contribuito alle discussioni me ne vò.
per ragioni ovvie agli interessati saluto i vicini mr60+t.a.abbastanza.
Guidopublic
maddai ! complimenti, e noi che pensavamo vi rinchiudeste in saletta solo per spezzare sigarette e svuotare mezze birrette... :[ saluti !
bel disco, davvero. lo diciamo con la consapevolezza di chi non ne ha particolarmente apprezzato la prima volta live, però eravamo in studio anche noi dal mitico luca lago (grande!) mentre nasceva e ci lasciavamo vuoti di bottiglie a vicenda e confermiamo che il disco è proprio bello. un abbraccio di consueto inesplicabile affetto a Guido. Ciao e complimenti taa
"Li ho visti tutti in fila nei corridoi
spannati come viti
della macchina del caffè
finestre sulla città
un quadro della realtà
lo vedi che ti manca
quel sacro fuoco al culo
per tutto questo tempo
ti ho aspettato lo sai
prima ho conosciuto il tuo odore
poi ho condiviso il dolore
ma è solo luce artificiale
l'amore senza baci
classe 79 sono gli anni tuoi
seduto su di un mal di cuore
che non passa mai
ti sembra di cambiare il mondo
ma è un fuoco di paglia"
Paolo Beraldo è tornato!
Per fortuna..
Come sempre i suoi pezzi sn efficaci!
Meriterebbe la prima scelta!:)
COMPLIMENTI!!