Meat for Dogs
Il Gioco 2008 - Rock, Punk

Il Gioco

Che il punk sia morto o meno è un dettaglio trascurabile. O almeno lo è per i Meat For Dog. Musica italo-californiana la loro, piena ritornelli queersiani, testi derozeriani, pomeriggi passati in sala prove e una giovane spinta ottimista – anche se in effetti già agli esordi i Nostri non erano proprio dei ragazzini – in una parola: passione. In una frase di una loro vecchia canzone: "mi sembrava impossibile, era quasi incredibile, che fosse così semplice divertirsi con niente". Perché fidarsi dei Meat For Dog? Perché a distanza di ben otto anni ci ripropongono un album tale e quale a “Il Grande Bluff”, con la stessa energia e quel sorriso che in tutto questo tempo non si è mai incrinato. Se sono rimasti uguali a loro stessi un motivo ci sarà. Molti la chiameranno mancanza di idee, per me è onestà (e nel punk è l’unica qualità che vale). In più c’è la bravura tecnica che ha sempre tenuto il quartetto una spanna sopra la media. E poi un gusto onnivoro che porta i pezzi a contaminarsi di sfumature particolari e del tutto inedite per un classico gruppo onetwothreefour. Ma il punto, l’avrete capito, è un altro: hanno una carica positiva sorprendente, una felicità che ormai è merce rara. Hanno la testa pieni di sogni e di soddisfazioni accumulate. Non hanno paura del futuro. Citandoli: "E dirò che è solo un gioco a chi mi chiederà se per me questa passione è qualcosa di importante, gli dirò che certi sogni si realizzano, e chi non ha mai smesso è perché ha deciso di provare. E non è così difficile guardare avanti". Resistono e resisteranno.

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