Avete presente la domanda tipo dell'ascoltatore medio (senza implicazioni negative, sia chiaro) di Elio e le Storie Tese? Eccola: "Come avranno fatto a pensarla?!" Bene, anche Musica per bambini appartiene alla categoria: portatore sano di quella follia lucida che si realizza nella creazione di mondi altri con regole, attori e scenari che lasciano interdetti, increduli o semplicemente divertiti.
Elio e le Storie Tese però, c'entrano solo in parte, e anche altri possibili riferimenti (a mio avviso Caparezza e Uochi Toki, tanto per cominciare) se ne stanno sbiaditi sul fondo dei probabili ascolti (anche distratti) di Manuel Bongiorni, che ha da par suo preso la tecnologia e l'ha plasmata a immagine e somiglianza dei casini che ha nel cervello: che casini e che musica!
C'è una girella che viene rinvenuta da un bisbetico fanciullo e che ha il potere di evocare "i sette re del peccato", ognuno, manco a dirlo, legato a un vizio capitale, ci sono voci da incubo psichedelico che raccontano filastrocche su basi hardcore, ci sono melodie e canzoni da heavy rotation (si, quella del gatto), c'è il canto di un bidone, c'è un tizio morto vivo che occupa abusivamente la tomba e c'è Bertallot che scrive indignato a un giornale, c'è persino una diatriba Dio contro Diavolo, qui sul mio tavolo!
Si intuiscono i testi, proferiti alla velocità della luce, si intravvedono i riferimenti al quotidiano, si capisce che l'intera architettura ha un suo preciso schema portato in dono da migliaia di ore spese al computer a limare, sottrarre e rifare, ma non si riesce a incasellare e archiviare la faccenda. È come con certi (tutti?) film di Lynch, che non hanno alcuna collocazione per generi e levano allo spettatore la facoltà di esprimere un giudizio basilare.
Così Musica per bambini non può essere schedato e in questo è assimilabile ai nomi proposti precedentemente: non è solo elettronica, non è solo punk, non è solo filastrocca, non è solo canzone, non è solo gioco e non è solo risate. È sicuramente teatro e trucchi, è musica per bambini con gli occhi pallati e chili di didò di tutti i colori. È senza dubbio alcuno materia in pieno stile Trovarobato, l'etichetta perfetta per un progetto simile.
È infine pane per i denti di chi crede di poter scrivere di musica e spera per anni di trovarsi di fronte a una proposta simile per poi capitolare e ammettere la sconfitta: questi sono troppo oltre per il nostro cervellino.
Va bene così, è musica per bambini. Ci avevano perfino avvertiti.
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