Spiriti celesti e Belzebù si danno battaglia su un campo di calcio che si muove fuori dallo spazio e dal tempo terreno, ricalcando la più antica delle battaglie esistenziali: quella fra bene e male, in una narrazione però decisamente rivisitata che capovolge i ruoli e dà finalmente valore a chi di vizi ne ha tanti ma di certo non difetta di virtù. L’artwork ispirato di Ericailcane apre il sipario di “God 3 Myself 0”, terzo lavoro discografico dei veneti My own Parasite che tornano a distanza di quattro anni dal loro primo disco con un album che si fa in due (è presente sia una versione elettrica che una acustica) nelle sonorità proposte, nel mood, nelle ritmiche e nei timbri. Visceralità chitarristiche stranianti, contorsioni math-rock, ampi spettri noise, ventate grunge si dipanano lungo l’elettricità del primo album, tanto quanto intimismo, toni fluidi e passaggi distesi abitano l’entroterra acustico. Che sia o meno una scelta ponderata questa produzione fa propria la dualità come suo tema portante. La dialettica si sviluppa nella scelta di dare due abiti differenti allo stesso disco, nella sfida da campionato d’eccellenza che vede Dio stravincere su Myself, nelle cromature sonore, nel cantato che ora omaggia la lingua anglofoba, ora quella italiana. Questo terzetto suona come gli Slint che strattononano i Motorpsycho, celebrando le dinamiche degli Shellac e la loro imprevedibilità nello sviluppo dei brani, per poi spiazzare tutti con ritmi lenti e marziali fatti di chitarre che non vengono più sparate in faccia ma diventano calde e avvolgenti. Un calderone di influenze e sonorità disparate, gustabile da chi non si ferma certamente a un primo e fugace ascolto; che è promosso a pieni voti però per il gusto, la personalità e la passione da furia quasi hardcore con cui viene suonato. Questo è uno di quei gruppi che ha più di un asso nella sua manica, primo fra tutti la capacità della messa in gioco musicale che saggia a pieno titolo le sue potenzialità in questo “God 3-Myself 0”: un album di fattura pregiata, idrofobo e pacificatore, che ha un sapore cinematografico per poi gonfiarsi ed esplodere in una supernova di fraseggi acustici. Un inatteso piacere musicale!
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La recensione God 3 – Myself 0 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-07-25 00:00:00
COMMENTI (2)
bravi!!!
Marco(the marigold)
concordo su tutto!