Ad alcune persone non piace, quando i musicisti usano troppa intelligenza per fare il loro mestiere: se c'è chi mal sopporta la ricerca lessical-grammaticale di taluni cantautori, immagino quale sia l'indice di gradimento medio di opere in cui l'attenzione viene spostata su di un linguaggio di uso meno comune, come la musica.
In questo senso i St. Ride piaceranno a pochi.
Il loro impasto sonoro prende vita dal calssico glitch, sorreggendone la fragilità con incastri minimali di cassa e rullante hip hop più linee di synth. Una voce parla intonando frasi in inglese dal significato appena percettibile. "Se sto qui, nevica" parte così: musica subdola, non facilmente catalogabile, fatta di partenze, stop, ripartenze e suoni che si incartano uno sopra all'altro.
Con la traccia seguente "Sempre saputo" il ritmo diviene più tirato, supportato da una linea (di chitarra?) distorta molto "colorata" e quasi decontestualizzata rispetto al resto. Le tracce "Fango alle caviglie" e "Contatti volanti" concludono variegando all'ambient tastierosa Tangerine Dream ed al glitch puro Oval, per decorare un EP a tutto tondo di musica estremamente interessante.
Certi godranno, altri la troveranno troppo cervellottica, i più la ignoreranno, consiglio comnque il download a chiunque: musica di questa fattura è difficile da trovare.
---
La recensione Se sto qui, nevica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-08-01 00:00:00
COMMENTI