Silenzio, prego. Dopo una travagliata gestazione, viene alla luce il primo ep della formazione abruzzese. Fanno il loro ingresso in punta di piedi come a ricordare lo spirito di Emidio Clementi durante un reading letterario. Sono bravi a creare questa dimensione poetica: dalla messa in musica di "Lentamente", riflessione sempre moderna di Pablo Neruda, ai curati incastri di parole che si sottendono ad ogni testo.
Come se Massimo Bubola suonasse insieme ai vecchi CSI, qui si raccolgono più anime: suoni rudi e graffianti accompagnano una storia d'amore, la batteria tiene il tempo in bilico senza risoluzione e la voce si accompagna languidamente verso un urlo disperato. "Il tango dei borghesi" è un ottimo esempio di jazz rockeggiante, perfetto per capire le molteplici sfumature di questo progetto. Una mezz'ora di buona musica diversa non guasta mai.
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