Airportman è un gruppo che ormai qui a Rockit conosciamo bene. Attivi da diversi anni, nel tempo hanno sfornato una lunga sequenza di piccoli capolavori crepuscolari che richiamano gli splendidi Rachel's. "Letters", da questo punto di vista, non mostra cambiamenti di rilievo nello stile della band: nove brani strumentali – stavolta senza titolo – che si dividono tra intarsi di pianoforte declinati in minore, organi gotici, arpeggi di chitarre acustiche e poco altro.
La riduzione della formazione da quattro a tre elementi sembra piuttosto aver spinto gli Airportman a estremizzare la ricetta che abbiamo imparato a conoscere. Spogliando ancora di più un suono neanche si trattasse di foglie ingiallite che cadono sotto i colpi incessanti dell'incombente freddo autunnale. La concezione di arte per il trio – ragionare col cuore, emozionarsi con cervello – dunque trova la sua sintesi perfetta in questa raccolta, che specie negli estremi (la spoglia bellezza del primo pezzo, quasi una versione accademica di "Mogwai Fear Satan", e la spettrale chiusura del disco, che pare di vedere i titoli di coda di "Mulholland Drive" spuntare dalle casse dello stereo) trova i suoi punti di maggior spessore. All'interno della confezione ci sono alcuni racconti ispirati alle sensazioni scaturite dalla musica.
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La recensione Letters di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-09-29 00:00:00
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