Con "Trapani – Halq Al Waady" l'avant-rock degli Enfance Rouge approda alla musica nord africana, aggiungendo un nuova tappa al proprio suggestivo tragitto artistico. Il disco è il manifesto di una contro-colonizzazione sonora che si consuma in una infuocata danza apolide sospesa tra asperità (noise, post-rock) e melodie e atmosfere di matrice magrebina realizzate da un gruppo di musicisti tunisini capitanati dal maestro Mohamed Abid. Un autentico crocevia culturale raccontato con undici brani che, a colpi di chitarra elettrica, violino, 'oud, batteria, qanun, basso, darbouka... polverizzano ogni concetto di confine musicale valicando generi ed atmosfere all'insegna di un profondo estetismo e di una raffinata propensione alla sperimentazione. Il risultato è racchiuso nella spigolosa bellezza di episodi come "Otranto" (sferzato da lucidi anatemi: "Piuttosto che la giustizia preferiamo il caos", "Io credo che l'utopia sia l'elemento esenziale della nostra intelligenza"), "Ras El Ahmar" (ipnotica e tagliente ballata), "Tombeau Pour New York" (nuova, cristallina testimonianza di cross-over francese sulla scia di band come Ulan Bator o Rien) o di quel autentico gioiello "post-folk" che è "Petite-Morte". Splendidi e taglienti tasselli di un album assolutamente irrinunciabile e che già ora proietta i "tre infanti" nel novero delle migliori realtà della scena indipendente europea meritandosi (definitivamente e senza possibili obbiezioni) l'etichetta affibbiatogli da Thurston Moore: "Uno dei migliori gruppi europei".
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La recensione Trapani – Halq Al Waady di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-10-01 00:00:00
COMMENTI (2)
Ottima recensione di un disco altrettanto ottimo.
bellissimo disco