Per gli amanti del genere. A due anni dall'esordio solista su Mescal, arriva il nuovo cd di Stefano Cisco Bellotti, ex-voce dei Modena City Ramblers e "uno dei leader del panorama nazionale", stando a quanto sostiene la nuova etichetta UPR. "Il Mulo" è un lavoro che si può dividere in due. Da una parte il privato e il lato personale, le dediche a figlio e compagna, il saluto a due amici scomparsi, la riflessione sul divino. Pezzi emotivi e sinceri, ma meno riusciti rispetto ai brani omologhi dell'esordio, che si caratterizzavano per coerenza e fascino dei toni scuri. La seconda parte del disco è, ovviamente, la dimensione sociale e politica. Meno terzomondismo del solito, più attenzione al proprio spazio. Ma qualcosa non funziona, perché a conti fatti ciò che emerge dall'ascolto è solo una ripetuta affermazione d'identità: io so chi sono, siamo dalla solita parte, vogliamo le stesse cose di sempre. Tante prese d'atto, nessun motivo di appartenenza: in altri termini, si afferma un'identità, ma non si dice di quale identità si tratti. Tutto si risolve così in un discorso incredibilmente autoreferenziale, rivolto a sé e a chi già sa. Il guaio, a mio modo di vedere, è che "Il Mulo" arriva in un momento di totale sbandamento politico per il pubblico tradizionale di Cisco. Mai, dal dopoguerra ad oggi, la sinistra ha affrontato un periodo di disorientamento come quello presente e in un simile contesto appare davvero privo di senso affermare un'appartenenza priva di coordinate, che fatica ad essere fine anche solo a se stessa. Dire "io ci sono" senza specificare per cosa. Dire "sono dalla solita parte" senza più sapere chi si ha di fianco. C'è confusione, tanta, in questo disco dell'ex-rambler. Il ritorno tra gli autori di Giovanni Rubbiani, il più talentuoso delle centinaia di transfughi rambleriani, e la produzione di Francesco Magnelli non bastano a tenere in sospeso i dubbi già emersi in occasione dell'esordio. Ai tempi si auspicava una maggiore decisione stilistica e musicale, oggi non si può che constatare una totale stagnazione dell'ispirazione. Il risultato sono musiche che si riavvicinano allo stampino Modena City Ramblers, testi incapaci di incidere e un'inconsistenza di fondo pesante come un macigno.
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La recensione Il Mulo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-10-06 00:00:00
COMMENTI (4)
solo un pezzo ho sentito sullo speis: multmesc..quel clarinetto basso che suona la rumba mi dà l'idea di una influenza balcanica ..
a cosa ti riferisci?
cmq... il mio avatar si vede meglio del tuo! [::[
... va bene così?
:)
mi mancano i tempi in cui potevamo prenderci in giro senza tutta questa confusione.
marco, sei grandioso.