Se il cd d'esordio dei torinesi Post si limitasse a solo tre brani ("Come posso", "Esercizio di stile" e "Zeta"), saremmo di fronte a un vero gioiello musicale. Tre piccole perle rock che mettono in luce una voce davvero sui generis. Il cantante Giò Franco propone qualcosa di nuovo con falsetti tutti particolari e un timbro graffiante. Ed è merito suo - insieme agli ottimi testi e ai bei riff di chitarra - se queste tre canzoni riescono ad essere orecchiabili ma mai banali.
Purtroppo tutto si sciupa nel resto del disco. Troppi effetti sonori computerizzati ed un mancato equilibrio tra archi e chitarre. Alcuni ritornelli sono eccessivamente poppettari (come in "Che vuoi che sia") e certe melodie appaiono troppo scontate (come in "Corre" o "Rosicchiando"). Davvero un peccato, spero che la prossima prova sia più convincente.
---
La recensione Nulla da decidere di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-11-17 00:00:00
COMMENTI (18)
ps che poi la copertina è questa? Io ne vedo un'altra, o forse è cambiata.
Ah ma allora era tutto calcolato. Scopro sta band, che trovo interessante, cerco qualcosa, incappo nelle recensioni di rockit. TUtte "stroncanti". Su tutti gli altri portali musicali non c'e' traccia di stroncature. Un po di critiche magari si, ma molto ben circostanziate. Qua il nulla... ma quali archi ?? Non ce ne sono! Pieno di effetti? Sono pure pochi. Tre canzoni su dodici si salvano? Ma le altre nove le avete ascoltate. Mah. Avete voluto stroncare, per qualche ragione non musicale. Bha.
chi è che vuole togliere i messaggi???? NO NO!!! improponibile! Luca hai detto una cosa giustissima: molte band rendono più dal vivo che nei cd. verissimo!
Direi che si puo' chiudere pacificamente la discussione con quest'ultima interessante riflessione del 'censore' e il mio invito a sentire, eventualmente, questa band dal vivo. (Magari invitatela in qualche vostra iniziativa no?). Alla luce di cio' eviterei anche di far cancellare tutti questi messaggi come richiesto da qualcuno.
Un saluto da un fan del rock e degli effetti. (E un po' anche di questi Post)
La cosa che secondo me è molto giusta del modo di fare recensioni in rockit è proprio il fatto che ci possano essere discussioni di questo tipo. Cioè...non ci si limita alla sola recensione e punto. Chi legge quello che è scritto (in questo caso di mio pugno) può discostarsi completamente e anzi incazzarsi pure per le parole che ho usato. E non rimangono pensieri sterili, ma cose che potete scrivere direttamente nei commenti. Sinceramente, il ruolo di recensore mi piace fino a un certo punto. Le conoscenze tecniche sono utili e oggettive, ma poi entra in gioco una soggettività che è innegabile.
Allora, la vera recensione non sono solamente le quattro frasi che ho scritto io, ma il mio testo unito a tutte le vostre opinioni
vedi sotto (Pons, come si cancellano i messaggi??)
(Messaggio editato da playartarezzo il 19/11/2008 13:33:16)
Magari a lei non è piaciuto il mixaggio. Penso il messaggio fosse che il tutto "suona troppo pop". Poi questa è la mia interpretazione e non entro nel merito del parere di Iaria, può scrivere cosa vuole. Di sicuro non c'è bisogno di aprire una faida tra chi ama o non ama gli effetti. Sono opinioni. Dico solo che ho ascoltato il disco e che quella frase non mi sembrava così assurda oltre a non essere il perno della recensione.
E questo è un motivo per dichiarare 'lo sciupo' del disco? Perche' è stato usato qualche pedale analogico? Perche' c'e' un po' di creatività del mixaggio, a differenza di quanto si fa con un disco blues?
Non mi pare una dichiarazione obiettiva. Cerchiamo di dare dei giudizi seri in modo che il pubblico capisca almeno un po' di che si tratta. Altrimenti a dire 'non mi piacciono gli effetti' sono capaci tutti. (Quelli a cui non piacciono gli effetti).
Non per difendere Ilaria ma per essere un minimo obiettivi: "Il privilegio" è piuttosto effettata - sopratutto all'inizio - che poi ci sia dietro un trattamento prettamente analogico o più digitale è ovvimente una cosa difficile da capire dal semplice ascolto in cuffia. Anche in "Non c'ero" qualche effetto in reverse c'è. E' vero gli archi non ci sono, ma ci sono molti punti dove le chitarre sono effettate con riverberi e delay e ricordano, se non proprio una string machine, delle tastiere di sottofondo. Si è sbagliata ma non penso che la frase travisasse il senso della recensione. Dai.
Sapeste quanti dischi sono stati comprati per un pezzo carino, figuriamoci per tre pezzi belli. (Cmq a me 'come posso?' non fa impazzire, preferisco ad esempio la title-track). In ogni caso mi risulta che le recensioni spettassero a individui con un minimo di competenze tecniche, quantomeno superiori a quelle della massa bovina che limita ad esprimere il proprio gusto, ammesso che ne abbia uno. Qua ormai chiunque scrive di musica. Putroppo però di recensioni basate sul solo gusto personale e quindi 'non recensioni' è pieno il mondo. Ave.