Politica, globalizzazione, pacifismo, anti-fascismo, alienazione mentale e autoproduzione. Sono questi alcuni degli elementi che caratterizzano il mondo dei Mirafiori Kidz. Temi forti, immediati e combattivi, che ricordano da vicino i Gang o il compianto Luigi Tenco e che, come nei modelli citati, rischiano di prevalere sulla musica. Una musica godibilissima ed improntata su un rock energico, che potremmo definire d’autore, tanto è curato il connubio musica-testi. Grazie all’intervento dell’ospite Lalli, ex cantante dei Franti (storica cult-band torinese dell’inizio anni ’80) sembra di tornare indietro nel tempo, di quasi vent’anni, quando ancora erano forti certi ideali. L’autoproduzione era allora ed è oggi per i Mirafiori Kidz, la base per poter costruire le proprie idee e per diffonderle: “Un disco autoprodotto è un culo grande così - si legge sulle note del libretto del cd - che ti fai cercando di raccattare i soldi…dita che non scorrono sulle corde come dovrebbero, volumi troppo alti o troppo bassi nelle cuffie…suonare con un peperoncino nel culo cercando di fare più in fretta possibile perché tutto costa e alla fine ritrovarti a litigare alle quattro del mattino per fare un missaggio che non ti piacerà mai…. Storie vissute da molti gruppi, che i M.K. decantano senza peli sulla lingua. Già dalla copertina del cd si capisce dove vogliano andare a parare: su una moto, che percorrono una lunga strada deserta, insieme vediamo Che Guevara ed il Comandante Marcos, che non possono lasciare dubbi su cosa poi troveremo in fatto di testi. “La distrazione” ci parla di quella cosa, la distrazione, appunto, che vorrebbe alienare le menti della gente, ma che rimane solo tale (si parla di lavaggio del cervello dei media). “E se ci diranno” era il cavallo di battaglia di Luigi Tenco e non poteva certo mancare in un disco dei M.K.. Interessanti le doppie facce ne “Il seme della rivoluzione”: “pace/guerra”, “giardinieri/granatieri”; “fiori/bombe”, in perfetto clima sessantottino. Il resto è tutto improntato, per quanto attiene alle tematiche, sull’antifascismo e sull’esaltazione di personaggi partigiani.
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La recensione Nove pezzi del rompicapo mondiale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-10-22 00:00:00
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