Son, giovane musicista che arriva dalla verace Campania. Per errore lo si potrebbe scambiare per uno dei tanti portavoce della tradizione melodica partenopea, invece il suo "Wasted time" è figlio di quel frullato di generi squsitamente d'oltreoceano. Che il ragazzo ci sappia fare è fuori da ogni dubbio e con questo primo disco sembra quasi voler ammiccare ad una buona posizione nelle classifiche di vendita. Questa è la caratteristica più riconoscibile: sembra tutto ben confezionato "facile" da ascoltare, ingenuo per certi versi. Son ci mette tutto il suo bagaglio di musica messo da parte col tempo: rock, funk e qualche falsetto che fa tanto r'n'b. E nonsostante si capisca che questo è un lavoro che vuole piacere ad una grossa fetta di pubblico, non mancano allo stesso tempo passaggi interessanti: "Song of solitude" è una struggente ballata che riempie la stanza con un ottimo accompagnamento di archi, "You Just Don't Understand" è un pezzo rock in stile Lenny Kraviz, "Cowboy" è perfetta per chiudere il disco con toni nostalgici.
Son si presenta bene con questo esordio ma se ciò a cui aspira è l'America on the road dovrebbe sporcarsi le mani, i vestiti e la sua chitarra con un pò di blues!
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