Probabilmente sarà stata la voglia di reggere il ritmo di una pubblicazione all'anno dal lontano 2003. O forse la band romana avrà voluto raccogliere il meglio dei primi sei anni di vita per volgere la propria produzione verso nuove sonorità e melodie. Non ci è dato sapere la verità, ma questo album non è altro che un greatest hits: solo tre delle undici tracce sono inedite. Difficile capire il senso di questa operazione, se non nelle papabili soluzioni sopracitate. Del resto, non lenisce la delusione sapere che i brani già editi siano stati riarrangiati e ricantati (con esiti alterni, considerando che se "Erasing Mind" ne esce migliorata, "Commercial" e "One Shot Hit" perdono tutte le venature elettroniche e l´irruenza rock'n'roll).
"The Fast Century" è inquadrabile nell´ambito indie/new-wave, un genere che seppur spremuto in quantità industriali nell'ultima decade non sembra ancora destinato alla pensione: una sottile linea collega gli Strokes ai primi Franz Ferdinand passando per i narcisisti Kooks e i geometrici Bloc Party (il cui fantasma aleggia sull'intro della splendida "Untitled", miglior brano dell´album). Dalla loro, gli Shadow Line ci mettono ritornelli da killer song, melodie ad alto tasso di memorizzazione, una voce piacevole e sfumature vintage, anni 80, che penalizzano in parte la qualità del suono, appena sopra la sufficienza. E certo, si sorride all'ennesima citazione in "The Crash" di "My Little Brother" degli Art Brut, pezzo già ripreso dai Allegri Ragazzi Morti e per il quale, a questo punto, noi italiani sembriamo avere una sorta di fissazione.
Seppur ripetitivo nelle sonorità, "The Fast Century" è da considerarsi un buon lavoro, quantomeno per chiudere una parte della carriera e ricominciare con qualcosa di veramente nuovo. Perché - chiedo alla band - è per questo che avete registrato questo disco, giusto?
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La recensione The Fast Century di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-03-27 00:00:00
COMMENTI (4)
easy listening, [:
come tanti..
Ottime canzoni
Grazie per la recensione da parte della produzione, ci spiace solo che non sia mai troppo sottolineato il fatto che i brani siano davvero tutte "killer song" che possono permettere agli Shadow Line di meritarsi molto di più come band nella scena indie (come è successo a My Awesome Mixtape, precedente produzione di Danilo quando era a Bologna, prima di trasferirsi a Roma e mettere su la HiTBiT).
Che poi siano state scritte anni addietro e riproposte in nuova veste in un album, con l'intenzione appunto di tirare fuori un lavoro coerente dal punto di vista della produzione artistica, dovrebbe sottolineare l'unicità di questa band di non essere seguace di un genere o banale copia o di essere venuta dopo come tante altre band prese dalla moda del momento, ma di aver proprio vissuto quel periodo musicale. E se da una parte è vero che il genere sia stato spremuto molto in questi anni, d'altra parte la qualità del songwriting è ottima e tira fuori belle canzoni, e cosa chiedere di più ad una band?
Tant'è che nello stesso vostro database non avete un'altra band italiana simile a questa da consigliare ai lettori: i Marta sui Tubi non sono assolutamente simili dai ;).
(Messaggio editato da hitbitrecords il 28/03/2009 12:35:25)
caro andrea innanzitutto grazie della recensione, e poi si, è vero, abbiamo voluto mettere un punto sulla nostra "carriera" provando a dare a tutto un sound da DISCO più che da EP come nei precedenti lavori, in alcuni casi ci è riuscito molto bene secondo me in altri ovviamente come hai notato anche tu si è perso qualcosa per strada. Abbiamo finito le registrazioni ad agosto e da settembre quando non siamo in giro a suonare siamo in sala a provare nuove idee e nuovi pezzi, dovremmo far uscire qualcosa per settembre/ottobre prossimo nel frattempo se hai voglia di sentire qualcosa di nuovo ti invito ai nostri live che trovi sul myspace. Grazie ancora!!! ps: la cover dei TARM e la citazione di The Crash risultano entrambe datate 2007...evidentemente gli art brut avevano colpito un pò tutti quell'anno! :)