Nina
The Blackmill 2008 - Trip-Hop, Lounge

The Blackmill

Un cd che ha tutto e non ha niente. Oggettivamente la voce è molto bella, coinvolge l'ascoltatore. Unita ad un interpretazione spesso teatrale dei brani, non si può non apprezzarla. Le basi sono particolari, ricche, con effetti ricercati. Però manca la passione. Non si sente l'urgenza di proporre qualcosa di nuovo. Questo progetto, formato da Nina e Max Zanotti (leader dei Deasonika), scorre via innocuamente su rotte già tracciate (e abbondantemente percorse) da altri. Due esempi: Kelis e Tricky, spiegano quanto variegato possa essere questo disco. Non rimane in testa, né stimola altri sensi. Ed è un peccato, perchè le potenzialità ci sono tutte, oltre alle già citate qualità individuali e la buona qualità dei testi, che a volte toccano tematiche impegnate. Purtroppo il risultato finale assomiglia tanto ad una di quelle compilation di musica lounge che già arricchiscono gli scaffali di negozi ed edicole. Rischia di finire a fare da inascoltato compagno agli aperitivi nei bar, o peggio da tappezzeria sonora durante una cena casalinga. Consiglierei una maggiore attenzione compositiva, soprattutto nel creare un disco più omogeneo. L'ascoltatore è trascinato in troppe direzioni e rischia di perdersi se non ha punti di riferimento. Manca ancora qualcosa per catturare l'attenzione, il rischio è che il dito di chi ascolta passi sovente dalle parti del tasto skip, raggiungendo un po' troppo presto la fine del cd. Va comunque fatta notare l'ottima rilettura in chiave elettronica con sfumature dark di "Sign o' times" di Prince. Mi ripeto, il progetto è fondato su basi molto solide, per cui sono sicuro che il prossimo lavoro potrà colmare queste lacune.

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