Ci sono suoni che sono come un lungo massaggio. I tuoi muscoli si distendono, lo stress scompare e la tua mente si libera, tempo e spazio si piegano ed è come se tu lievitassi. E' così che mi sono sentito durante l'ascolto di questo disco: la nitidezza strumentale, la purezza, la raffinatezza e la grazia dei pezzi mi hanno avvolto come una coperta, facendomi viaggiare senza meta. Un viaggio notturno, crepuscolare, intimo. "La quarta dimensione" è un'elegante colonna sonora che disegna nell'aria scenografie essenzialiste, un prezioso mix di elettronica e di atmosfere che vanno dal jazz all'etno-chic e che si insinuano sempre più nell'animo dell'ascoltatore, ignaro di ciò che gli sta accadendo. Certo in certi punti dell'album qualche riferimento al buon vecchio Brian Eno viene fuori, soprattutto quando Olivieri gioca con i lunghi tappeti di note. Bisogna riconoscere che dopo l'ottimo inizio dell'album, verso la metà la tua attenzione inizia a calare. Fatto sta che, riascoltandolo più volte, ho avuto l'impressione che quest'album suoni gia' come un classico contemporaneo.
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La recensione La quarta dimensione di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-03-11 00:00:00
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