Corridoi che puzzano di piscio, sbronze, deliri situazionisti impressi in formato musicale. Un opera in quattro atti, originale e dissacrante già dal titolo, "Morte di un Idea" è un lavoro musicale complesso e diffuso su molti strati. Il disco suona come una spiazzante intuizione concettuale, una dimostrazione di stile e personalità sconvolgenti in una demo d' esordio.
Quattro tracce che intrecciano stili e riferimenti: dai Mars Volta più psichedelici ad episodi tipici dei Liars più trasgressivi, fino a veri e propri momenti di follia artistica come in "Sono santo", brano dotato di un deturpato e disordinato fascino. Spesso il caos si trasforma in pura sublimazione artistica. Avviene in "Di devastante attesa", momento nel quale i La Teoria del Proiettile mostrano potenzialità talvolta scioccanti, figli di una rielaborazione dei Massimo Volume in salsa futurista, sghemba come una statua malformata. Come in ogni opera d'arte contemporanea, il divario tra provocazione fine a se stessa e pura genialità diventa una questione di opinioni. A voi la scelta.
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