Sarei bugiardo se non vi dicessi che mi sono esaltato quando ascoltavo le prime volte questo cd - che il gruppo definisce un ‘demo’ ma che per il sottoscritto è un (grande) disco a tutti gli effetti. E voi penserete che ci sarà un motivo per cui la band consideri “Inutilità” un demo - la qualità del suono, la grafica, la confezione… - sul quale non si può sindacare; in effetti ‘esteticamente’ il supporto potrà farvi pensare ad un lavoro artigianale, ma le idee contenute al suo interno sono brillanti.
Per evitare qualsiasi fraintendimento chiarisco subito che il quintetto di adozione bolognese non rivoluziona alcun canone del rock, ma in rapporto alle capacità tecniche a sua disposizione sa realizzare al meglio la personale proposta - o almeno questa è la mia idea. Ascoltando e riascoltando le 9 canzoni tornano (fortissimamente) in mente alcuni passaggi dei Radiohead, magari con forti accenti electro/wave e meno effetti, meno incroci strumentali tipici della band inglese; qui vengono attentamente dosate le tracce di chitarra e le tastiere trovano gli giusti spazi quasi sempre, insinuandosi nelle strutture delle canzoni per dare vita a circolari melodie pop che sanno affascinare per la freschezza sonora.
Certo è vero: se la band trovasse il giusto produttore artistico (una via di mezzo tra il Morgan meno invadente e un Vernetti disposto al rischio) saprebbe come trasformare questi 9 brani in un album pronto per il mercato, di certo non un prodotto per le masse ma per coloro disposti ad ascoltare canzoni vere.
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La recensione Inutilità di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-11-07 00:00:00
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