Una carica devastante di fisicità, cerebralità e melodie malsane. Se "Small rooms" era il mandante, "The Swindler" il braccio armato, "Chances" è la razionalità che spinge ancora alla distruzione, ma nelle macerie ricerca la tregua e brandelli di bellezza inespressa a cui dare forma. La natura sonica di questo terzo capitolo musicale dei Super Elastic Bubble Plastic rimane fedele alla spinta furiosa che alimenta la scrittura originaria della band mantovana, ma la furia cieca che non conosce quiete possibile lascia entrare grandi boccate d'aria; sfiora il suolo per demolire ma ha un'innegabile voglia di assaporare la risalita.
L'ambiente musicale in cui si muove "Chances" divora meno claustrofobia e più spazi aperti: a fiancheggiare quei brani intrisi di riff taglienti e accelerate liquide che chiaramente conservano il codice dei loro geni musicali ("Someone nice to kiss") si affiancano oggi nei Sebp pezzi che ribaltano le consuete prospettive di genere (tiro noise in primis), nodi che si sciolgono senza essere divorati, preludio di nuove rotte musicali. Relazioni interpersonali mai facili ("Fake Queen"), smarrimenti sentimentali, poteri che corrodono menti ("Young Shark"), il personale viene qui illuminato in rischiarata e feroce introspezione sociale: un cervello funzionante all'insegna di una creatività libera e selvaggia.
"Chances" è un disco dall'ironia nera e rumoroso quanto basta, con un gusto particolare per le strutture compatte, sia quando si parla di distorsione che qualora si sperimentino territori e linguaggi musicali cromaticamente differenti. Inalterata è l'estrema cura nell'incisività, nell'impetuosità ritmica ("Like the Sea"), nei testi tutt'altro che ermetici e di spessore. L'approccio fiero e consapevole sfida però in questo lavoro i recinti della propria domesticità musicale e ormeggia verso un tepore sonoro ricco di intimismo, in cui è necessario "non dimenticare di trovare un posto per l'amore e la grazia". C'è una nuova coesione interna, una discesa in ritmi che non siano marziali ma scandaglino la lentezza, nuove soluzioni vocali e una ventata del grunge di altri tempi ("Travis"). Questo è un album che si porta dietro un nuovo bagaglio musicale, che assesta il suo baricentro gravitazionale, un lavoro per i Super Elastic Bubble Plastic di autodeterminazione e autoproduzione, che raccoglie intorno a sé rinnovati umori e sapori e alla pece liquida preferisce oggi le stelle ("A tale from the bottom").
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