Jocelyn Pulsar
Penso a Sonia ma suono per la Gloria 2008 - Lo-Fi, Pop, Indie

Penso a Sonia ma suono per la Gloria

Io che sono nata negli anni Ottanta li capisco. Cresciuti tra caramelle gommose da non masticare e jingle pubblicitari strimpellati con il flauto alle scuole medie, i Jocelyn Pulsar hanno conservato intatta la spensieratezza che precede la strana fase dell'adolescenza.

Pop, orecchiabili e leggeri, hanno una spinta compositiva ironica, meno irriverenti dei Gem Boy e con qualche bagliore che sfiora la sagacia di Elio e le Storie Tese. Mai volgari, fanno sorridere senza storcere il naso e si divertono a prendersi gioco anche di loro stessi. "Una canzone è bella se ti fa piangere" è il riff del pezzo d'apertura "Ho la tosse", una finta ballata romantica e struggente solo voce e pianoforte che conferma lo spirito giocherellone. Passati dal telefono fisso, quello con i numeri a cerchio che a fare lo zero già dimentichi ciò che dovevi dire, ai messaggini a scrittura intuitiva con il telefonino, scanzonano le vecchie (quasi) glorie del calcio e le nuove tendenze dei giovani internauti, infilando una filastrocca "Come siamo diversi" che rimbalza in testa con il suo ambarabaciccicoccò.

Sono gli amici divertenti della compagnia, quelli a cui si vuole bene sempre, anche se fanno battute scontate ("…Manute non sei all'altezza…."), anche se ripetono ogni giorno "l'ultimo piacere e poi stop". E non me ne voglia il fidanzato, ma con loro si sta bene ed è peccato che tutto finisca in una mezz'ora.

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