Ti ritrovi tra le mani un cd che già nella confezione si presenta ottimo. Ora che l'iPod impera nelle nostre tasche e siamo diventati avidi consumatori di mp3, maneggiare un cd è diventato un piccolo piacere da "antiquari". La custodia non è in plastica (nemica dell'ambiente), ma di un bel cartoncino rosso e il booklet è un delizioso capolavoro di grafica. La ricerca della perfezione passa dalla forma al contenuto. I dodici brani di Aulicino aspirano alla limpidezza del suono e al raggiungimento dello scopo comune a tutti i cantautori: raccontare, condividere, emozionare. Compito che Aulicino svolge solo parzialmente.
L'inizio inganna: la prima traccia, "Ov-Est" è bellissima. Un'atmosfera quasi alla Franco Battiato e una voce che ricorda Pau dei Negrita. Degli echi piacevoli, non certo delle somiglianze pesanti. Poi, però, canzoni come "Tu Paradiso" e "Sono Innamorato" scadono un po' nel classico pop melodico italiano. Poca originalità, soprattutto nei testi. Sogno, amore, cuore: parole che si ripetono in loop per quasi 50 minuti e fanno dimenticare quella prima canzone così ben costruita. Sembra di essere di fronte ad un cantautore di grandi capacità ma che si lascia andare a facili motivetti orecchiabili. Un ulteriore Alex Britti dalle mani d'oro che spreca il suo talento in canzoncine per l'estate.
Peccato perché come "Ov-Est" anche "Fuga" è davvero un pezzo di spessore. Questi due brani sono gli unici tra i quattordici del cd interamente scritti e suonati da Aulicino. Che sia un caso?
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