Questo primo album dei Santo Barbaro, "Mare Morto", è un lavoro più da leggere che da ascoltare. Si presenta infatti sotto forma di vero e proprio libro di poesie, in cui il cd non compare che in ultima pagina, allegato in una discreta busta bianca. In effetti i testi possiedono una profondità ed un'incisività che permette loro di esistere molto più che dignitosamente anche senza entrare in rapporto con la musica: si tratta infatti di tredici bellissime composizioni letterarie che - con la complicità delle magnifiche foto di Francesco Fantini - attraverso un fiume di metafore, similitudini (come la nebbia sui campi silenziosi scende/così l'intolleranza cala a sera e si rapprende sui cuscini) e aforismi (dovremmo tutti morire prima di poter vivere) ci accompagnano attraverso un immaginario piuttosto desolato e desolante, fatto di guerra, ingiustizia e corruzione. La musica mantiene le tonalità bianco e nero del booklet: melodie morbide e arpeggi scuri forniscono una base raffinata alla voce, accentuano il pathos e l'incedere inesorabile delle ombre che nascono nei testi. Mancano tuttavia soluzioni originali nell'interazione tra lirica e accompagnamento, difetto che rende il disco nel complesso piuttosto ripetitivo e un po' troppo legato agli schemi tradizionali della musica cantautorale. Non sarebbe ora di rinnovare questo linguaggio in maniera un po' più decisa?
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