Con "Culto Cartoon", i Lilli Burlero affondano le mani in un impasto di folk spettrale e d'antan. Ritroviamo Branduardi, il cantautorato che ama la narrazione e un indispensabile gusto pop di fondo. Ma più di tutto c'è un mondo, (ri)creato alla perfezione: si respira aria di Buddenbrook, di declino di un'epoca, e si sentono sulla pelle le punture di zanzara delle notti estive. L'atmosfera è gelida, ma il clima non è freddo: il mare è a un passo. È il mare di Rimini, anche se di vacanze neanche l'ombra. Come detto, il talento più grande sta nella capacità di dare vita a un microcosmo vivo e pulsante, eppure decadente e in decomposizione. "L'estate sta finendo / e un'epoca se ne va" è la sintesi migliore dell'intero lavoro, e non a caso proviene da "Il tramonto della famiglia Camporesi", pezzo paradigmatico per atmosfere, toni, temi ed essenzialità di scrittura. Esattamente ciò che non si trova invece in brani come "L'enigma degli Howard", didascalico e fuori metrica come alcuni vecchi episodi. Proprio questo scivolone conferma che i Lilli Burlero rendono al massimo quando scelgono di raccontare con pochi tratti, asciutti e ben dosati, senza scendere in narrazioni dettagliate che finiscono per essere pedanti. Insomma, "Culto cartoon" non è certo un lavoro perfetto, né il disco della maturità, ma è la fotografia di un gruppo che possiede un enorme talento e ha le potenzialità per offrirci qualcosa di veramente importante.
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