Vent'anni e sentirli tutti. Purtroppo non mi riferisco a me, ma a ciò che sento da "Stare a galla", disco d'esordio per i No Conventional Sound, di Torino. Rock-pop all'ennesima potenza, voce acerba, testi "ribelli", intrisi di un certo malessere da incomprensione tout-court figlia dell'età, una supervisione indie, Ecletcic Circus, un'etichetta major, la Warner Music. Hanno aperto i concerti di Deep Purple, Negramaro, Subsonica e Vasco (Rossi, non Brondi...). Ok allora li abbiamo inquadrati. La next big thing del pop major all'italiana? Certo, a prendere i riff più catchy delle ultime produzioni convincenti del mainstream giovanilistico, si gioca sul sicuro. Ma non so se la musica italiana abbia bisogno ancora di questo, forse i teenagers sì, ma non saranno gruppi di questo tipo a salvare l'industria discografica. Non perché i No Conventional Sound non s'impegnino, ma perché fondamentalmente si tratta ancora una volta di cose già sentite, soluzioni che hanno anche potuto funzionare a loro tempo; "Va tutto bene" e "Sembra tutto troppo" rimpallano sulla testa di "Vita d'altri" ovvero un esempio delle derive rock dei Subsonica. "Momento di lucidità" duetta con i brani più lenti dei Negramaro. Ma ipotizzando lo stesso gruppo fra 10 anni, dovranno impegnarsi parecchio per mantenere la stessa intensità. Che c'è, è indubbio, il disco non è male, ma non riesco ad immaginarmi una prospettiva a lungo termine, non vedo la possibilità di un futuro nuovo classico riconoscibile per la cultura musicale pop. E spero sempre di sbagliarmi.
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