Dopo 4 album, anche Daniele Silvestri trova il tempo di voltarsi indietro e ridare una spolverata al suo passato discografico, iniziato ufficialmente 6 anni fa con l’album omonimo e ripercorso a ritroso con ben 13 brani, sostanzialmente i più radiofonici, o comunque quelli che hanno segnalato il nostro in varie occasioni (dal “Festival di Sanremo” al “Premio Tenco”, passando per le varie comparsate nelle classifiche di fine anno dei giornali specializzati).
Non scopro perciò l’America se scrivo che il nostro fa coppia con Gazzè quando parliamo di talenti artistici, distanziando di non poco i vari Britti, Fabi, Sognato e via dicendo. E ciò è ampiamente dimostrato da questa raccolta, che personalmente considero troppo breve per rappresentare le doti dell’artista romano - di certo colui che meglio ha saputo raccogliere e rinnovare una tradizione cantautorale ormai stantia e anche un po’ patetica. Confesso pure che il sottoscritto si è accorto tardi del talento di Silvestri, forse perché 'accecato' dai primi singoli della carriera, un buon viatico per presentarsi al grande pubblico ma poco incisivi al punto da stuzzicare la mia curiosità.
Quando però è arrivato a “Il dado” ci si è accorti delle grandi qualità del nostro, proprio perché quel doppio cd racchiudeva l’essenza della musica di Daniele, portando a compimento un percorso avviato nei primi due lavori. L’ultimo “Sig. Dapatas”, invece, mostrava un’artista sempre alla ricerca del nuovo, della contaminazione, ma non riusciva a replicare nel migliore dei modi il suo predecessore, forse per alcuni brani un po’ troppo facilini ma mediamente buoni.
Adesso, questo “Occhi da orientale” ce lo ripresenta in forma, almeno quando si ascolta la title-track, il primo dei 3 episodi inediti, in cui Silvestri si cimenta con una ballata carina senza grosse pretese. Piace ancora di più la penultima “Cuore di cera”, in cui il nostro si cimenta splendidamente con i ritmi jazz dai chiari riferimenti a Chet Baker. Di tutt’altra pasta “Testardo”, sorta di divertissement che ha le fattezze di uno ‘stornello’ dove l’autore romano rende un tributo ai suoi natali.
Per concludere è inutile quindi ‘obbligarvi’ all’acquisto se di Silvestri non avete nulla nella vostra discoteca. Altrimenti valutate il livello delle vostre finanze e scegliete se mettere mano al portafoglio.
Comunque sia... buon ascolto!
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La recensione Occhi da orientale - the best di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-11-22 00:00:00
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